venerdì 29 ottobre 2010

Alemanno 2 (la vendetta?)

Alemanno si ricandida. Sfumati i sogni di una gloria nazionale, ha ridimensionato i suoi obiettivi, probabilmente convinto che a Roma lui abbia davvero fatto del bene. A due anni e mezzo di mandato - mid term value? - non mi sembra, per la verità , che al di la di enormi dichiarazioni Alemanno abbia poi fatto molto.

L'AMA si vede solo perchè i suoi vagoncini stazionano per qualche ora la mattina nelle vie principali e più visibile, nei quartieri hanno iniziato la raccolta mista che è destinata a fallire perchè la gente non informata sta già trasformando vagonate di cassonetti di carta e plastica in materiale  per l'inceneritore, alla faccia della differenziata.
La sicurezza è calata in ogni luogo, stupri, violenze, scippi, rapine e anche omicidi a sensazione sono aumentati.
I vigili hanno avuto le pistole ma hanno smesso di essere vigili, visto che le macchine sostano selvaggiamente ovunque. Il traffico è esploso e tra poco il GRA sarà a pagamento.
Ancora aspettiamo la formula uno come se fosse il superenalotto, ma siete mai stati a Montecarlo? Una città invivibile anche a causa del GP.

Non votate col cuore, ma con la testa. Per favore.

mercoledì 27 ottobre 2010

I lavori del Senato per la legge elettorale

Ho trovato molto interessante fare un giro nel sito del Senato.it.
In particolare, incuriosita da una voce per me attendibile, che mi ha informava che al momento sono 22 le proposte di legge di riforma della legge elettorale, ho cercato di documentarmi un po'.
Ecco quanto ho estratto dal documento ELENCO DEI DISEGNI DI LEGGE E DEGLI ATTI ASSEGNATI ALLA COMMISSIONE.
In alcuni casi trovate il link alla scheda del documento.

A pagina 23 il paragrafo che riguarda le ELEZIONI

A) SISTEMI ELETTORALI
3 - Iniziativa popolare. - "Riforma della legge elettorale della Camera e del Senato riguardante i criteri di candidabilità ed eleggibilità, i casi di revoca e decadenza del mandato e le modalità di espressione della preferenza da parte degli elettori" (Atto n. 1936 della XV legislatura) Parere: 2ª
 (cfr. anche PARLAMENTO A) STATUS PARLAMENTARE, INELEGGIBILITA' E INCOMPATIBILITA')

27 - sen. Peterlini Oskar - Nuove norme per l'elezione della Camera dei deputati Pareri: 2ª, 5ª

28 - sen. Peterlini Oskar - Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, in materia di elezione della Camera dei deputati per la regione Trentino-Alto Adige Parere: QR

29 - sen. Peterlini Oskar - Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica

30 marzo 1957, n. 361, in materia di elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, in materia di elezione del senato della Repubblica, per l'introduzione del voto di preferenza e l'abolizione delle candidature plurime

110 - sen. Cutrufo Mauro - Modifiche al testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e al testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione del senato della Repubblica, di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533

111 - sen. Cutrufo Mauro - Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e al testo unico di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, in materia di norme per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica ed introduzione del sistema della preferenza

506 - sen. Massidda Piergiorgio - Modifiche alla legge 24 gennaio 1979, n. 18, in materia di costituzione di differenti circoscrizioni elettorali per le regioni Sicilia e Sardegna Pareri: 14ª, QR
(cfr. anche PARLAMENTO EUROPEO)

696 - sen. Saro Giuseppe - Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, in materia di elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, in materia di elezione del Senato della Repubblica, nonché delega al Governo per la determinazione dei collegi uninominali Pareri: 2ª, 5ª, QR

748 - sen. Molinari Claudio ed altri - Modifiche al sistema elettorale per l'elezione del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, per l'introduzione del voto di preferenza

871 - sen. Cuffaro Salvatore - Modifiche al sistema elettorale in materia di introduzione del voto di preferenza per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica 

1549 - sen. Ceccanti Stefano ed altri - Modifiche alla normativa per le elezioni dei membri della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica Pareri: 2°

1550 - sen. Cabras Antonello ed altri - Abrogazione della legge 21 dicembre 2005, n. 270, nonchè modifica del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361 Pareri: 2°

1566 - sen. Chiti Vannino ed altri - Modifiche al sistema di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica

1641 - sen. Bianco Enzo, sen. Ceccanti Stefano - Modifica dell'articolo 21 della legge 24 gennaio 1979, n. 18, concernente l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia Pareri: 14a, QR (cfr. anche PARLAMENTO EUROPEO)

1761 ddl costituzionale - sen. Musso Enrico ed altri - Modifiche agli articoli 56 e 57 della Costituzione, in materia di elezioni alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica Pareri: 3a, QR (cfr. anche REVISIONE COSTITUZIONALE)

1807 - sen. Esposito Giuseppe ed altri - Disposizioni e delega al Governo concernenti il collegamento delle liste elettorali alle candidature per l'elezione della Camera dei deputati, del Senato della Repubblica, dei presidenti di regione, dei presidenti di provincia e dei sindaci (cfr. anche REGIONI E AUTONOMIE LOCALI C) ELEZIONI AMMINISTRATIVE)

1862 ddl costituzionale - sen. Pera Marcello - Elezione diretta del Presidente della Repubblica e Capo del Governo Pareri: 5a, QR (cfr. anche REVISIONE COSTITUZIONALE, GOVERNO A) FORMA DI GOVERNO, PARLAMENTO D) COMPOSIZIONE, FUNZIONI ORGANI PARLAMENTARI e PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA)

2098 - sen. Ceccanti Stefano - Introduzione di un sistema elettorale uninominale maggioritario con eventuale doppio turno per i membri della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica e delega al Governo per la determinazione dei collegi elettorali Pareri: 2a, 5a, QR

2293 - Sen. Rutelli Francesco ed altri - Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, in materia di elezione della Camera dei deputati con sistema proporzionale e voto personalizzato, e alla legge 27 dicembre 2001, n.459, recante norme per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero. Delega al Governo per la determinazione dei collegi elettorali uninominali Pareri: 2ª, 3ª, 5ª (cfr. anche ELEZIONI E) CIRCOSCRIZIONE ESTERO)

2294 - Sen. Rutelli Francesco ed altri - Norme per l'elezione del Senato della Repubblica Pareri: 2ª, 5ª, 8ª 

2312 - Sen. Ceccanti Stefano - Introduzione di un sistema elettorale uninominale maggioritario con voto alternativo per i membri della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica Pareri: 2ª

2327 - sen. Ceccanti Stefano - Abrogazione della legge 21 dicembre 2005, n. 270, e introduzione di una disciplina elettorale comune per la Camera e per il Senato, basata sul sistema maggioritario con recupero su base proporzionale Pareri: 2ª

2356 - Sen. Quagliariello Gaetano - Modifiche al testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione del Senato della Repubblica, di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, in materia di previsione del premio di maggioranza e di soglia di sbarramento Pareri: 2ª

2357 - sen. Musso Enrico - Modifiche alle norme per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica Pareri: 2ª, 5ª

giovedì 21 ottobre 2010

Arriva DestinAzione Roma

Già.  
DestinAzione Roma, perchè il futuro della nostra città dipende dalle azioni di ognuno dei suoi abitanti, la città appartiene ai cittadini che vi abitano, è un patrimonio culturale sociale ed economico, che deve essere preservato e valorizzato per le generazioni future. E come tale ogni cittadino sia l'ospite cortese di chi giunge da fuori, perchè saremo giudicati dalla Roma che i visitatori vedranno e le colpe saranno attribuite ad ognuno di noi.

DestinAzione Roma è un progetto che ha come obiettivo l’elaborazione di un programma politico urbano che coinvolga il maggior numero di persone.
La ROMA che vogliamo è una città:
vivibile, pensata per i propri abitanti e per i tutti gli ospiti, siano turisti, siano lavoratori
sostenibile, rispettosa dell’ambiente;
solidale, impegnata a sviluppare la massima solidarietà;
culturale, per cittadini consapevoli del proprio patrimonio.

Il nostro progetto prevede come fondamentale la partecipazione diretta dei cittadini in tutte le sue forme, quali il ricorso alle assemblee, alla pratica dei referendum locali e a qualsiasi altro strumento partecipativo, al fine di ridestare lo spirito pubblico e appagare la sete di democrazia dei cittadini romani.

Incentiveremo l’utilizzo delle nuove tecnologie dell’informazione (l’interattività e la rapidità dell’informazione sono fondamentali per migliorare i processi di partecipazione democratica) per la massima partecipazione.

Cittadini, piuttosto che abitanti
La città deve essere ripensata intorno a forme urbane compatte e dense, che richiedano risorse minime per il loro funzionamento e consentano agli abitanti di avere accesso, in prossimità delle loro abitazioni, alle varie strutture di cui hanno bisogno, ai servizi urbani e agli spazi di svago, a zone preservate e a parchi naturali.

La mobilità è variabile essenziale di un buon funzionamento della città e di uno sviluppo urbano rispettoso dell’ambiente. Per una mobilità controllata e sostenibile occorre sviluppare alternative credibili all’utilizzo dell’automobile ed è necessario incentivare una politica dei trasporti che non si limiti ai trasporti pubblici, ma organizzi una nuova condivisione della rete stradale e dello spazio pubblico.

Una città sostenibile
Nella nuova Roma è fondamentale sviluppare l’ecologia urbana e orientare risolutamente le nostre politiche verso uno sviluppo urbano sostenibile. Bisogna riuscire a preservarne le risorse naturali, a mantenere la biodiversità, a facilitare l’accesso ai beni pubblici e alle reti delle infrastrutture per tutti, a porre l’efficienza energetica al centro delle nostre politiche.

Una città solidale
Roma deve diventare uno spazio di qualità di vita per tutti, che garantisca ad ognuno l’accessibilità di tutti alla città e ai suoi servizi, in particolare nel campo dell’istruzione, della sanità, della cultura e dell’alloggio.

L’obiettivo centrale delle politiche urbane deve essere la coesione sociale e territoriale. Le nostre città sono dei luoghi di vita e di lavoro, multigenerazionali, multiculturali e multireligiosi.

Dobbiamo promuovere la solidarietà tra le generazioni e nei confronti delle persone a basso reddito, delle persone diversamente abili e di quanti incontrano difficoltà finanziarie e sociali, per combattere l’esclusione sociale e offrire a ciascuno la possibilità di avvalersi dell’immenso potenziale offerto dalla città.

Una città delle culture
Roma è crocevia di civiltà per antonomasia, è per eccellenza il luogo in cui si esprimono i saperi e le culture, E’ necessario creare, incentivare e ampliare gli spazi di incontro e di contatti.

Formazione, trasmissione dei saperi, valorizzazione del patrimonio culturale esistente e investimento nella creatività sono pertanto le prime condizioni per continuare a garantire crescita, competitività e progresso.

Roma città delle culture implica la predisposizione di azioni volte a favorire e valorizzare altri settori della produzione artistica e culturale, da quelli più tradizionali (musica lirica, prosa, danza classica) a quelli più recenti (arte e architettura contemporanea, produzioni artistiche di danza e musica contemporanea).

Bisogna passare dall’archeologia contemplativa all’archeologia funzionale in modo che le grandi testimonianze della storia diventino luoghi pulsanti dell’attuale vita sociale e culturale.

Considerato il grande patrimonio di conoscenza, studi ed istituzioni culturali, legati alla valorizzazione del patrimonio archeologico e storico, Roma deve attuare una politica diffusa, che sia equamente distribuita sul territorio, elaborando un piano regolatore culturale, per dotare ogni municipio di strutture integrate e centri polifunzionali per raggiungere e coinvolgere ogni soggetto interessato.
 
Il nostro progetto prevede inoltre l'analisi economica delle risorse di Roma, perchè non può esistere un programma di opere e lavori se non si sa con quali risorse si potranno finanziare. Tutti possono partecipare, con proposte, critiche, suggerimenti, idee perchè la Roma che vogliamo non è un sogno, ma  frutto di studio, deidzione, azione di tutti!

lunedì 18 ottobre 2010

In piazza, bandiera o meno.

Bellissima manifestazione.

Non sono adusa alle piazze, non ho quindi una enorme esperienza, ma quella di sabato è stata davvero una bella esperienza, al fianco di lavoratori e disoccupati, una passeggiata civile e dignitosa, con un messaggio unico ed univoco: la dignità del lavoro non puà essere soggetta a ricatti.

Ho incontrato un bel po' di amici, di vari movimenti e di partiti che non hanno ritenuto esporre la loro bandiera in questa occasione, con la (per me assurda) convinzione che sia possibile separare una manifestazione politica da una manifestazione per i diritti civili. Alcuni di loro hanno camminato con me, portando la mia stessa bandiera.

Ed io per la prima volta ho camminato sotto una bandiera che sentivo mia, non solo accettando di portarla ma sventolandola con orgoglio. La bandiera del Nuovo Partito d'Azione, ricca di una tradizione e di testimonianze eccellenti, che pian piano scopro e di cui vado fiera.


Qualcuno, vedendo una bandiera sconosciuta, mi ha chiesto, un po' seccato "Ma come, ancora un altro partito?". E' difficile spiegare che l'Italia non è fatta solo di destra o sinistra, comunisti o berluschini, perchè le appartiene una ricchezza di pensiero che non ha uguali in Europa e di cui dovrebbe andare fiera, mentre cerca invece di scimmiottare sistemi a volte più semplicistici.


I nomi eccelsi che hanno dato vita al primo Partito d'Azione sono davvero tanti, alcuni molto vicini ai nostri giorni. Come Carlo Azeglio Ciampi, che "quando venne siglato l'armistizio dell'8 settembre 1943  rifiutò di aderire alla Repubblica di Salò e si rifugiò a Scanno, in Abruzzo, col suo maestro Guido Calogero, esponente di primo piano del pensiero liberalsocialista e vicino al Partito d'Azione.

Come spiegare a noi, abituati ormai a pensare esclusivamente nei termini dualistici di "destra/sinistra" - comunisti/fascisti, che ci sono stati giorni in cui addirittura si dibatteva se fosse preferibile il liberalsocialismo oppure il socialismo liberale?

La nostra storia è ancora piena di "eroi" e la buona politica non è una utopia, altri l'hanno messa in atto, nel silenzio e nella dignità delle persone grandi, che si adoperano per il bene comune avendo come bussola ideali altissimi.

Quegli "altri", oggi, dobbiamo essere noi.

venerdì 15 ottobre 2010

16/10/10 in piazza con la FIOM

Domani sarò in piazza, a Roma, insieme a tanta gente che in questa manifestazione di metalmeccanici organizzata dalla FIOM ha riscontrato, come me, l'occasione per esprimere la propria preoccupazione per la discesa che i nostri diritti, la nostra costituzione, sta prendendo negli ultimi anni.

Il mio regalo, a tutti noi, sono stralci di storia:

Fabio Antonilli scrive:
"È solo con l'entrata in vigore della Costituzione Repubblicana che tra pubblici poteri e sindacati viene ad instaurarsi un rapporto "tra pari", un rapporto cioè tra due entità indipendenti, ognuna portatrice di interessi diversi, la prima dell'interesse generale, la seconda degli interessi dei lavoratori. Con la Costituzione repubblicana e democratica, infatti, lo Stato riconosce che i rapporti collettivi - tra associazioni dei datori di lavoro e associazioni dei lavoratori - si pongono al di fuori dell'ambito pubblicistico, e che gli interessi di categoria non necessariamente coincidono con l'interesse nazionale, come invece imponeva il regime corporativo dello Stato fascista"

e poi ancora
"A fare delle aziende dei moderni luoghi di lavoro, dove i diritti costituzionali trovano il loro riconoscimento, sarà lo Statuto dei lavoratori del 1970, col quale divennero legge dello Stato il diritto per i lavoratori di svolgere attività sindacale in fabbrica attraverso i loro rappresentanti, il divieto di discriminazioni, la repressione della condotta antisindacale e la reintegrazione nel posto di lavoro del lavoratore licenziato illegittimamente (il noto articolo 18)."

A tutti noi auguro di tornare a guardare avanti, ad una politica fatta di interesse pubblico e non di interessi privati, ad una vita sociale fatta di altruismo e non di piccoli egoismi, ad una concezione dell'educazione in cui trovi spazio l'informazione, la cultura e la saggezza.

Buona manifestazione a tutti.

giovedì 14 ottobre 2010

In Senato Bertolaso sui lavori a L'Aquila

 Vale la pena sapere cosa ufficialmente viene recepito dal Senato, riguardo la gestione dell'emergenza terremoto in Abbruzzo. Ecco il riepilogo della 435ª seduta pubblica (pomeridiana) di giovedì 7 ottobre 2010.

Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio per la Protezione civile Bertolaso ha fornito un'ampia informativa sulla ricostruzione post-terremoto, evidenziando anzitutto il lavoro normativo posto in essere dal Governo in virtù del quale è stato possibile regolamentare un'attività dipanatasi attraverso 36 ordinanze di emergenza di protezione civile e 14 successive ordinanze per gli interventi del Commissario straordinario. Per l'emergenza e per la ricostruzione sono stati stanziati dal Governo 14 miliardi di euro per il periodo dal 2009 al 2012, cui vanno aggiunte le risorse messe a disposizione dall'UE, già spese e verificate dagli organismi di controllo comunitari, e quelle donate dai privati, fra cui la donazione effettuata dal Senato della Repubblica grazie alla quale si sta procedendo alla realizzazione della scuola di Barete.

Detto che tutti i beni culturali della città sono stati messi in sicurezza, il Sottosegretario ha chiarito le ragioni alla base della scelta di costruire case antisismiche e moduli abitativi provvisori, connessi alla singolarità del caso aquilano, grande città d'arte per la cui ricostruzione occorreranno almeno 10 anni. Bertolaso ha infine fornito un dettagliato elenco delle procedure di gara già espletate e dei contratti d'appalto assegnati, tutto senza usufruire di deroghe alla legislazione vigente, ed ha sottolineato come la grande mole di lavori effettuati non abbia provocato alcun grave incidente sul lavoro ed un tasso di incidenti comunque trenta volte inferiore alla media nazionale.

Il sen. Piccone (PdL), pur ribadendo il giudizio estremamente positivo sulla fase di emergenza e sulle modalità prescelte per la ricostruzione, ha lamentato un mutamento del clima politico e sociale a livello locale e nazionale che non giova al buon andamento dell'opera di ricostruzione.

Il sen. Legnini (PD) ha evidenziato come la fase emergenziale, che vede quasi 100.000 persone ancora non rientrate nelle proprie case, sia tuttora in corso quando invece avrebbe dovuto già essere conclusa, con conseguenze nefaste su un territorio già martoriato da gravi problemi economici e occupazionali.

Positivo invece il giudizio espresso dal sen. Mura (LNP), a conferma dell'efficienza, peraltro internazionalmente riconosciuta, della struttura di Protezione civile che così straordinaria prova di sé aveva già fornito nell'immediatezza dell'evento.

Ad avviso del sen. Serra (UDC-SVP-Aut: UV-MAIE-IS-MRE), considerata l'inattendibilità delle promesse del Governo, non è possibile accontentarsi delle previsioni illustrate dal Sottosegretario Bertolaso che stridono con la presenza ancora di 55.000 sfollati e di gravi segnali di incuria come la mancata rimozione delle macerie nella città dell'Aquila.

Il sen. Mascitelli (IdV) ha dichiarato la propria insoddisfazione per una informativa tardiva, incompleta e inadeguata, che soprattutto non chiarisce alcuni passaggi amministrativi non caratterizzati dalla necessaria trasparenza.

Il sen. Pistorio (MPA-AS) ha sottolineato come i dati reperibili a livello locale attestino un arretramento nella tempistica originariamente stabilita e testimonino un rapporto non corretto tra amministrazione centrale e sistema delle autonomie locali.

Infine, il sen. Digilio (FLI) si è detto politicamente soddisfatto dell'informativa, ma ha sollecitato una maggiore apertura della Protezione civile alle istanze provenienti dai territori se non si vogliono ripetere errori che hanno causato in precedenti circostanze gravi ritardi nella ricostruzione.

(La seduta è terminata alle ore 16:03).

10/10/10 Una città in ostaggio

Oggi c'è il sole e gente curiosa popola le strade aperte del centro. Qualcuno si avvicina ai recinti che cingono la zona rossa, guarda dentro - come allo zoo si guardano animali - e noi là dietro che certo non ci sentiamo privilegiati. Ma forse lo siamo.

Il centro de L'Aquila non è più aquilano. Permessi e burocrazie - necessarie per la sicurezza - si traducono in frettolosi e militari "non si può" quando qualche cittadino tenta comunque di varcare i cancelli per raggiungerci.

Tra i passanti, tanti curiosi sono turisti venuti da ogni dove - oggi che Eurochocolate fa la sua anteprima proprio a L'Aquila - ed io non riesco ad esserne sdegnata, la ritengo invece una fortuna per questa città che ha bisogno di essere raccontata, perchè ferita da continue menzogne ed omissioni dai grandi media.
Quegli occhi che guardano dietro i cancelli, ben diversi da quelli di chi entra nella zona rossa, sembrano impressionati ma leggeri, come quelli incontrati in Spagna, a visitare i vecchi set dei film western di Leone.

Poi parli con gli abitanti e la realtà ritorna in tutto il suo peso. Colpisce il senso di fragilità emotiva che essi stessi ammettono, mentre mi dicono "noi non discutiamo più tra noi, non litighiamo, perchè abbiamo paura di far crollare, gli uni negli altri, ogni piccola certezza che a fatica abbiamo ricostruito in noi".

Popolazione ostaggio della paura.

Ostaggio degli albergatori che ogni tanto "minacciano" (ma come dar loro torto?) di tagliare i viveri agli "ospiti" aquilani, eterno braccio di ferro con i conti pubblici, a cui non vince mai nessuno dei cittadini.

Ostaggio dell'incertezza, quando non c'è progetto, non c'è luce alla fine di questo tunnel di macerie.
E la nostra carriola, così leggera di carte e di disegni, ad un tratto diventa pesante di un impegno che ogni giorno sento più forte: non li lasceremo soli.

giovedì 7 ottobre 2010

Palermo Roma, storia di un ritorno

Lascio Palermo ed il suo sole, stagliato su grattacieli senza senso, che svettano su detriti di palazzi e sulle ville a schiera mai del tutto regolari. Malinconia di lasciare alle mie spalle il set di un film di Montalbano, ma qui la vita che si consuma in fretta non è un film.

Lascio Palermo in volo, rade le nuvole tra me ed il mare. Terra che sembra riarsa, qui gialla di calce e rosso fango, verde lussureggiante poco avanti. Sicilia terra da amare, terra che forse solo chi ti invade riesce ad apprezzare pienamente, in mano ai tuoi figli muori, soffocata di costruzioni che non hanno senso nè pietà, senza la mano attenta di un artista che guidi dall'alto i passi dei costruttori.

Nè posso io, romana, giudicare!

Roma, altrettanto ricca di tesori, oggi sembra morire nell'incuria. Tra cartelloni e spot, carta stracciata appiccicata ai muri, tra l'immondizia e i topi, strade da rattoppare o da finire, anche l'amata Roma è sofferente e chi amministra - pare - non fa niente.

Ed io lo so, come oggi lascio Palermo con dentro il cuore il pianto per l'incuria, erroneamente pensando che i suoi figli non l'amino abbastanza, chi lascia Roma darà anche a me la colpa di aver permesso che la mia ignoranza lasciasse mano libera all'assalto di quella gente fatua e priva di coscienza, quel tipo di cui si può stare senza, che solo al proprio bene certo pensa.

martedì 5 ottobre 2010

Così non va proprio bene.

E' di questi giorni la forte polemica che coinvoge maggioranza ed opposizioni della Regione Lazio riguardo la materia delicatissima della Sanità. La Polverini annuncia un piano di "riconversione" che riguarderà 2.400 posti letto e 24 piccoli ospedali, giurando che non verranno tgliati posti letto, mentre il PD dichira guerra tramite manifesti dalle scritte nere su fondo bianco "La destra sfascia la sanità". Secondo il Centro Studi Regionali non si dovrebbe avere così timore nell'effettuare una riduzione di costi così necessaria, tale che anche il centro sinistra, se avesse vinto le elezioni, vi avrebbe dovuto fare i conti. Piuttosto sarebbe opportuno e gentile dare le adeguate spiegazioni alla popolazione in modo che i motivi della riorganizzazione fossero più chiari e condivisi.


Non voglio entrare nel merito di questa polemica, altri in altri luoghi lo faranno sicuramente meglio, voglio qui solo sottolineare una particolarità cui ci siamo da tempo abituati - essendo una pratica del governo nazionale - ma che comunque suona male. Le decisioni riguardo questa molto complicata questione sulla sanità sono state prese dalla giunta (esecutivo) senza che la relativa commissione (una delle 16 commissioni che animano la Regione Lazio con adeguati investimenti di consulenze, personale aggiuntivo e benefici vari) si sia riunita o si sia pronunciata inmerito. Per lo meno così appare leggendo sul sito ufficiale il dettaglio dei lavori. L'agenda della commissione, infatti, verrà decisa solo il prossimo 7 ottobre, nella seduta numero DUE.

La commissione è formata dai consiglieri: Rocco Pascucci (Mpa), Roberto Buonasorte (La Destra), Francesco Battistoni (Pdl), Giuseppe Melpignano (Lista Polverini), Raffaele D'Ambrosio (Udc), Stefano Galetto (Pdl), Enzo Foschi (Pd), Francesco Dalia (Pd), Giuseppe Celli (Lista civica cittadini/e), Rocco Berardo (Lista Bonino-Pannella) sotto la presidenza di Alessandra Mandarelli, della Lista Polverini, vicepresidente di maggioranza  Lidia Nobili, mentre per l'opposizione è stata designata Giulia Rodano (Idv).

La presidente alla sua elezione il 20 luglio scorso, dichiarava "Sono onorata di ricoprire questo incarico la mia massima attenzione sarà relativa agli sprechi del sistema e alle azioni virtuose per ottimizzare le risorse a disposizione del sistema sanitario regionale. I miei precedenti impegni in ambito sociale saranno sicuramente utili a elaborare contributi appropriati al nuovo piano socio-sanitario, e per questo lavorerò in sinergia con la commissione Lavoro e Politiche sociali".

A questo punto il mio prossimo passo sarà vedere quanto ha lavorato e lavora la commissione Lavoro e Politiche sociali.

venerdì 1 ottobre 2010

Bilancio di Roma 2010

Alcuni articoli ci aiutano a comprendere il complesso e mai troppo chiarito mondo del bilancio del comune di Roma, nelle sue più recenti evoluzioni.


2 agosto 2010 corriere della sera

ROMA - Il consiglio comunale di Roma ha approvato all'alba di sabato il bilancio 2010-2012 con 35 voti a favore e 15 contrari e una decina di consiglieri assenti. 5,4 miliardi, divisi in:
- 3 miliardi e 600 milioni destinati alla spesa corrente
- 1,8 miliardi per gli investimenti.

In totale, a fronte di maggiori entrate inizialmente non ancora conteggiate, ci sono 400 milioni di euro in più rispetto al documento approvato dalla giunta comunale il 25 giugno. La manovra che il Campidoglio attuerà per evitare il disavanzo tra entrate e uscite, invece, resta pressoché invariata: dai 273 milioni iniziali si scende ai 271,5 milioni di euro (221,5 per la spesa necessaria ai municipi e 50 milioni per il Piano di manutenzione stradale straordinario).

Presentati più di 8.000 emendamenti di cui uno, di maggioranza, che ha modificato la manovra precedentemente approvata dalla giunta.

MUSEO DELLA SHOAH - Nel maxiemendamento della maggioranza che ha modificato il bilancio 2010-2012 sono stati definanziati i 13 milioni destinati al museo della Shoah.
Questi soldi verranno, momentaneamente, utilizzati per opere pubbliche più urgenti, come le complanari di via Cristoforo Colombo. Non è una cancellazione della parte di fondi che il comune destinerà al museo, ma una sospensione: i 13 milioni verranno, infatti, rimodulati nel 2011. In questo modo si evita di bloccare soldi che non potevano essere immediatamente utilizzati spostandoli in opere cantierabili.

COLOSSEO - Confermate le indiscrezioni del Corriere della sera: si pensa a un aumento di un euro per Colosseo, Fori e musei statali. Confermata al tassa di soggiorno: il pagamento sarà pe un massimo di 10 giorni consecutivi: 3 euro al giorno per hotel a quattro o cinque stelle, 2 per i B&B e i tre stelle, affittacamere, campeggi, agriturismi. Da uno a tre euro per autobus scoperti e battelli sul Tevere. Confermata la tassa sui matrimoni (100) euro e l'aumento dell'Ici sulle case sfitte.

OPERE PUBBLICHE - Nel maxiemendamento, 18 milioni per il sottopassaggio della Cristoforo Colombo, 6,5 per la rotatoria di via Ardeatina, 1,8 per i Municipi, 5,5 per la ristrutturazione dell'Istituito Luce.

MANOVRA FORTE - «Una manovra forte e incisiva, nelle scelte e nei risultati, improntata su criteri di equità, rigore e sviluppo, in grado di fare ripartire l'economia della cittá. Questa la definizione più pertinente per descrivere le misure previste nel bilancio 2010 approvato alle ore 5.56 di sabato dal Consiglio Comunale, con 35 voti a favore, 15 contrari e nessun astenuto». Lo dichiara Federico Guidi, presidente della Commissione Bilancio del Comune di Roma. «La manovra che ammonta complessivamente a 5.710.078.602,27 euro, divisa in 3.644.864.794 su spesa corrente e 2.065.213.808,09 su spese per investimenti, (a fronte di un totale di entrate stimato in 6.071.986.958) viene effettuata senza produrre indebitamento - spiega Guidi - poggiando quindi su risorse certe, a differenza di quanto accadeva con le precedenti amministrazioni. Da sottolineare come la manovra finanziaria capitolina tiene particolare conto della delicata situazione economica generale, cercando di reperire le risorse senza pescare nelle tasche dei romani, tramite il recupero dell'evasione, il taglio dei costi e degli sprechi, la razionalizzazione della macchina amministrativa, l'introduzione del contributo di soggiorno per i turisti».

«Dopo sette mesi di ritardo, la Giunta Alemanno a fatica è riuscita ad approvare il secondo bilancio del suo mandato. Una manovra che è contro Roma e i romani caratterizzata da una pioggia indiscriminata di aumenti ed introduzione di nuove tasse e tariffe per le famiglie e le imprese e priva di qualsiasi strumento di rilancio economico e sociale come dimostra lo stanziamento per nuove opere pubbliche del tutto irrisorio» accusa Umberto Marroni, capogruppo PD al Comune di Roma. «La battaglia in aula portata avanti dal Partito Democratico e dall'opposizione di centrosinistra - aggiunge - ha evitato una vera e propria stangata. Abbiamo ottenuto il ritiro della delibera sul rincaro degli asili nido e la riduzione degli aumenti delle mense scolastiche».

Scrive invece Altraeconomia il 1 luglio

Con 12,2 miliardi di debiti e un deficit che per quest'anno sfiora i 240 milioni di euro, si apre pericolosamente per il comune di Roma la strada della privatizzazione delle società controllate, tra cui spicca Acea, il colosso che gestisce acqua ed energia, nella capitale.
La manovra, collegata al bilancio di previsione, approvata con sei mesi di ritardo dalla giunta Alemanno (e che dovrebbe passare in consiglio alla fine di luglio, per l'approvazione definitiva) punta a rastrellare 237 milioni di euro, condizione imposta dal governo per ottenere i 300 milioni annui di trasferimenti statali promessi, nell'ambito del progetto di risanamento che da qui al 2048 dovrebbe ridurre lo stratosferico indebitamento della capitale.

Manovra di lacrime e sangue, con un aumento generalizzato delle tariffe (trasporti, asili, assistenza ai disabili), tagli ai municipi che dovranno, tra l'altro, programmare le risorse (circa 50 milioni) con quasi un anno di ritardo. Per i cittadini molto cambierà a cominciare dall'aumento dell'addizionale Irpef comunale fino allo 0,4% (a meno che Alemanno in extremis non riesca convincere il governo ad incrementare il fondo di 50 milioni di euro e allora l'aumento potrebbe assestarsi allo 0,3) che, insieme con i diritti di imbarco di un euro per gli aeroporti della Capitale, sono necessari per trovare i 200 milioni di euro che servono per il finanziamento della gestione commissariale del debito, introdotta il 28 aprile 2008.

Resta da vedere se il fondo da 500 milioni di euro l'anno (300 dello Stato, 200 del Comune), è sufficiente alla luce degli oltre 12 miliardi di buco indicati dal commisario straordinario contro i 9,7 stimati nel 2008, dalla Ragioneria dello Stato. Secondo i calcoli dell'assessorato al bilancio della Capitale, le sole rate dei mutui -circa 8 dei 12 miliardi di debiti- sarebbero pari a 565 milioni l'anno, senza contare i debiti commerciali nei confronti di un esercito di fornitori, molti dei quali aziende di dimensioni medio-piccole.

La gestione ordinaria di Roma ha anticipato pagamenti vari a carico della gestione commissariale -soprattutto ai fornitori- per 2,6 miliardi di euro tra l'aprile 2008 e gli inizi dello scorso maggio: proprio dal fronte aperto con i fornitori, molti dei quali con contenziosi avviati e azioni legali chiuse con sentenze sfavorevoli al Campidoglio, il debito pregresso sarebbe lievitalo da 9,7 a 12,2 miliardi.
L'aspetto curioso della vicenda è che la gestione ordinaria del Comune, che non ha debito finanziario, è ora il primo creditore nei confronti della gestione commissariale, condizione che secondo alcuni ha messo a rischio default il comune.

Proprio le condizioni critiche del debito hanno impresso, negli ultimi sei mesi, un'accelerazione al processo di "privatizzazione" delle società controllate o partecipate, in primis l'Acea, attorno a cui si stanno moltiplicando le manovre dei privati. Nell’ex azienda municipale, il Comune di Roma detiene il 51 per cento delle azioni. Accanto all'amministrazione due azionisti di rilievo come il gruppo Caltagirone -attraverso le controllate So.Fi.Cos, Viafin e Fincal- che ha di recente raggiunto il 13 per cento delle azioni e la Gdf Suez (poco più del 10%), due pesi massimi in lotta per acquisire maggiore peso all'interno del consiglio di amministrazione.

Da sole le azioni dell'Acea frutterebbero al comune 1,3 miliardi di euro, risorse utili per togliere dalle secche la giunta, bersagliata di critiche proprio per la gestione del debito. La quota in Acea -per intendersi- copre circa i due terzi dell’intero patrimonio in azioni della holding comunale ed appare l'unica disponibile alla vendita. Un altro quarto è rappresentato da Atac, l'azienda di trasporti riorganizzata di recente con l'accorpamento di Trambus e Roma metropolitane, che però una mozione del consiglio comunale ha vincolato alla gestione in house fino al 2011.

È lo stesso Alemanno ad aver dichiarato a gennaio (e ribadito a giugno 2010) la volontà di cedere il 20 per cento di quote del colosso dell'acqua e dell'energia, a un soggetto privato entro l'anno - smentendo se stesso, visto che a novembre in un intervento alla Fao si era espresso "contro la mercificazione dell'acqua"- con tanto di identikit: sarà un partner legato al territorio, precisava il sindaco. Facile individuare nel profilo tracciato, il costruttore Francesco Gaetano Caltagirone che ha manovrato nei mesi passati con l'amministrazione, per mettere alle corde i francesi della Suez. Decisivo per il cambiamento di fronte, l'appoggio dell'immobiliarista, attraverso l'Udc di Casini, all'ascesa della Polverini alla guida della Regione. Altro dato che spingerebbe la maggioranza consiliare ad appoggiare l'operazione.
L'alternativa sarebbe quella della cessione una parte del patrimonio immobilare. L'aspetto curisioso è che anche qui, uno tra i possibili beneficiari della vendita dei palazzi di proprietà, potrebbe essere lo stesso Caltagirone.