lunedì 25 aprile 2011

Il mio discorso per il 25 aprile. Roma, Porta San Paolo



 Buon giorno e buon 25 aprile a tutti.

Vi porto il saluto della F.I.A.P. la Federazione italiana delle Associazioni Partigiane fondata da Ferruccio Parri, alla quale hanno aderito le formazioni partigiane Giustizia e Libertà del Partito d’Azione, le brigate Matteotti, le brigate Mazzini e altre formazioni minori”.

Sono Irene del Prato e, pur non essendo stata partigiana per ovvie ragioni anagrafiche, ho oggi l'onore di essere delegata a rappresentare la F.I.A.P. per testimoniare quanto la mia associazione, come altre, abbiano deciso di aprire alle nuove generazioni, per assicurare la continuità e la difesa dei valori e della cultura della Resistenza.

Oggi è la giornata della liberazione ed è la Festa di tutti gli italiani. Sessantasei anni addietro finiva l’incubo, il terrore della nostra Patria martoriata. Finalmente tornava la pace e la libertà di tutti, anche di coloro che l’avevano avversata.

È triste constare che dopo la tragedia di 50 milioni di morti, a causa della guerra voluta dai nazifascisti, oggi c’è ancora chi propone l’abolizione della norma costituzionale transitoria che vietava e vieta la ricostituzione del partito fascista. È una proposta indegna alla quale ci opporremo con tutte le nostro energie.  È un’offesa a tutte le vittime che hanno sofferto, che hanno combattuto per la libertà del nostro paese.   

Come indegna e folle è anche solo l’idea che il primo articolo della nostra Costituzione possa essere  stravolto nel tentativo di sottrarre al popolo la sovranità repubblicana per concederla ad un Parlamento che oggi non esprime neanche lontanamente la rappresentanza del popolo stesso, grazie ad una legge elettorale che ha tolto ai cittadini il diritto alla scelta e che il suo stesso autore ha definito una porcata!

Dopo sessantesei anni dovremmo fare un esame di coscienza. Cosa resta dei valori che la Resistenza ci ha lasciato? A quali testimonianze possiamo fare riferimento, oggi, per orientare i nostri gesti al bene comune?
Neofascismo e immoralità dilagano. La corruzione regna ovunque. È in corso una crisi istituzionale senza precedenti, che mina la separazione dei poteri dello Stato e la stessa Costituzione. Dilaga la superficialità di politici che mettono a repentaglio la dignità stessa della nostra nazione.  
Pertanto dobbiamo reagire per  non tradire la memoria dei nostri martiri.

E la nostra reazione non si concluda nella pur giusta ed auspicata indignazione che periodicamente ci porta a riempire le piazze ed a manifestare la nostra distanza da certe decisioni del legislatore; ma si estenda ad una riconquista della più alta partecipazione civica. Una partecipazione che non è limitata al momento del voto, ma parte da una ricerca approfondita dell’informazione e della conoscenza di quanto ci accade intorno e giunge al momento del voto con un percorso di consapevolezza, l’unico che possa consentire una vera scelta.

Non è il tempo dell’ignoranza, non è il tempo di mettere la testa sotto la sabbia ed aspettare che altri prima o poi cambino il corso delle cose, per troppo tempo abbiamo lasciato che questo accadesse ed intere pagine della nostra storia, della Resistenza su cui è fondata la nostra Repubblica, sono state stravolte o cancellate alla memoria dei più giovani.

E’ il nostro tempo di ricordare, che siamo nati liberi in una libera Democrazia!

video dell'intervento (grazie a Federica Pezzoli)

mercoledì 6 aprile 2011

L'Aquila, che fa il governo?


Atto a cui si riferisce:
C.3/01573 [Interventi specifici per il rilancio della ripresa economica a L'Aquila e nei comuni colpiti dal terremoto del 2009]
LOLLI, FRANCESCHINI, VENTURA, MARAN, VILLECCO CALIPARI, AMICI, BOCCIA, LENZI, QUARTIANI, GIACHETTI, ROSATO, D'INCECCO, GINOBLE, TENAGLIA, LIVIA TURCO e CONCIA. 
- Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:

- a due anni dal terremoto del 6 aprile 2009, nonostante l'impegno dei diversi protagonisti e alcuni importanti risultati raggiunti, in tutti gli osservatori, compresa la stampa che si è recata a l'Aquila in questi giorni, prevale il senso di un ritardo nell'affrontare e nel risolvere alcuni dei problemi reali e concreti che interessano la cittadinanza delle zone colpite dal sisma;

- a tutt'oggi non si è ancora proceduto alla ricostruzione pesante nelle periferie e nei centri storici, in particolare nel centro storico dell'Aquila, a causa dei problemi normativi che ostacolano, rendendole confuse e troppo complicate, le procedure attraverso le quali i cittadini possono accedere all'iter previsto dalla legge, nonostante le richieste di intervento di ricostruzione avanzate dai cittadini siano decisamente inferiori ai numeri attesi;

- a differenza degli altri terremoti, non è prevista una linea di finanziamento e un impegno diretto dello Stato e del Ministero per i beni e le attività culturali per affrontare la difficile situazione del patrimonio artistico e monumentale delle zone colpite e, in particolare, della città dell'Aquila, registrandosi un ritardo nella ricostruzione di edifici pubblici per la quale sono stati stanziati i fondi già dal 2009, individuando come soggetto attuatore il provveditorato alle opere pubbliche -:
per quali motivi, in considerazione della drammatica situazione del lavoro e delle attività degli operatori economici e in considerazione del fatto che i cittadini aquilani hanno ripreso a pagare le tasse e i mutui gravati dagli interessi già dal mese di luglio 2010 e che dovranno restituire il cento per cento delle tasse a partire dal novembre 2011, non si sia previsto alcun intervento specifico per il rilancio della ripresa economica e l'unica misura normativa prevista, cioè la zona franca urbana, ancora non abbia avuto alcun seguito a due anni dalla sua approvazione.