martedì 27 luglio 2010

In merito alla finanziaria in discussione

Ho ascoltato in modo piuttosto fortuito su radio parlamento l'intervento di Marco Causi di oggi. Illuminante ed efficace, riguardava tre punti fondamentali, che cercherò di trasferire in questa nota, ma invito tutti a farsi una propria idea ascoltando l'intervento in originale non appena sarà reso disponibile sul sito della Camera.

1) la enorme disparità tra il trattamento fiscale dei poveri mortali e quello, per esempio, di coloro che hanno usufruito dello scudo fiscale. Ho compreso dalle dichiarazioni di Causi che il "redditometro" previsto da questa manovra, utile strumento di verifica e controllo antievasione, non verrà utilizzato per accertare il patrimonio dei 250.000 (se non erro) evasori che hanno fatto rientrare i fondi dall'estero pagando l'inezia del 5% anzichè il dovuto 40% (già tra le due percentuali si sarebbe potuto trovare una via di mezzo più consona ad un paese civile, ma tant'è).

2) il grosso problema dell'aumento incontrollato di tariffe e prezzi dei servizi "pubblici" o comunque che dovrebbero essere normati dallo Stato, vedi tariffe dell'acqua, del servizio nettezza urbana, dei traspotrti ferroviari o dei servizi postali. L'inflazione media dei prezzi al consumo secondo l'Istat sembra attestata intorno al 1,50 % (correggetemi se sbaglio) mentre dette tariffe, che non sono state assoggettate ad alcun controllo centralizzato da parte dello Stato, pur essendone competenza, hanno avuto un aumento medio intorno al 6%. Niente male eh? Un preciso emendamento di Causi chiede che dopo l'articolo 43, aggiungere il seguente:
"- 1. Fino al 31 dicembre 2011, gli aumenti delle tariffe, dei prezzi regolamentati, dei prezzi nei settori sottoposti ai regimi di concessione o autorizzazione, dei canoni per alloggi ad uso sociale compresi quelli degli enti privatizzati, non possono superare il tasso di inflazione programmata.
- 2. Al fine di monitorare, valutare ed intervenire su eventuali aumenti è istituita nella Direzione generale per il mercato, la concorrenza, il consumatore, la sorveglianza e la normativa tecnica, del Ministero dello sviluppo economico una Consulta per il controllo dei prezzi e delle tariffe di cui al comma 1.
- 3. Della consulta di cui al comma 2 fanno parte il Ministro dello sviluppo economico o un suo rappresentante, il Garante per la sorveglianza dei prezzi, e, a seconda di specifiche esigenze, i Ministri competenti per materia, i rappresentanti delle regioni e degli enti locali, dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato.
- 4. Qualora si verifichino aumenti delle tariffe e dei prezzi di cui al comma 1 superiori al tasso di inflazione programmata, gli enti o le imprese responsabili di tali aumenti inviano alla Consulta di cui al comma 2 una relazione esplicativa delle ragioni degli aumenti medesimi. La Consulta apre un'istruttoria entro dieci giorni dalla ricezione e, nel caso in cui sia ravvisata un'infrazione alla disciplina recata dal comma 1, dispone l'applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria fino al dieci per cento del fatturato realizzato in ciascuna impresa o ente nell'ultimo esercizio chiuso anteriormente alla notificazione del provvedimento di infrazione, determinando i termini entro i quali l'impresa o l'ente devono procedere al pagamento della sanzione.
- 5. Le risorse provenienti dalle sanzioni di cui al comma 4 confluiscono in un fondo per la tutela dei consumatori e delle fasce sociali più deboli istituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze. I Ministri dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali, entro il 30 giugno 2011 inviano alle competenti commissioni parlamentari, che esprimono un parere entro sessanta giorni dalla data di ricezione, una relazione dettagliata sull'attività della Consulta e uno schema di decreto interministeriale concernente la ripartizione del fondo da destinare a iniziative a vantaggio dei consumatori e delle fasce sociali più deboli."

In tutto questo il Misitero per lo Sviluppo Economico che dovrebbe assicurare, tra l'altro, che dette tariffe non siano allo sbando, è vacante da settimane.

3) l'incopmprensibile (ma neanche tanto) e dispendiosa decisione di non procedere, per la concessione dei canali digitali, ad asta pubblica come per esempio successo in Germania. Un asta per assegnare le frequenze digitali potrebbe fruttare allo Stato oltre 3 miliardi - dei 25 che la manovra si propone di trovare - come è successo in Germania dove di miliardi ne hanno recuperati oltre 4.

Insomma, se non venissero fatte concessioni incomprensibili ed ingiustificate a lobbies varie - dai grandi industriali a finire agli allevatori (quote latte) probabilmente le lacrime ed il sangue da versare sarebbe molto, molto inferiore.

mercoledì 21 luglio 2010

La politica come professione?

Ho notato uno spartiacque invisibile eppure concreto tra chi - militante volontario a tratti sfigato e senza tempo libero - si occupa di politica per passione e chi lo fa, quasi dalla nascita, avendola scelta come professione.

Uno spartiacque talmente profondo da pesare seriamente nel giudizio inconsapevole che affibbio alle persone - variegate e varie - con cui entro in contatto in questi giorni di resistenza. Bocciate subito, dentro di me, quando scopro che di professione fanno i politici.

Non me ne abbiate. E' proprio l'impostazione dei rapporti ad essere profondamente diversa: quando ti sei confrontato con certi ritmi, certi squali, certi rigori delle attività professionali dove ti pagano solo se raggiungi obiettivi concreti e misurabili, il tuo modo di valorizzare anche il minuto e renderlo "utile" (non necessariamente sul piano dei soldi) si estende a qualunque cosa tu faccia.

Tempo diventa un bene, che decidi come spendere. Con la famiglia, con gli amici, nell'attività sportiva o in quella politica. Con passione e rispetto.

Non tutti riescono a mettere nella professione politica il medesimo misurato impegno, che viene richiesto a manager di aziende o a professionisti e consulenti (eppure se ci pensiamo un consigliere comunale non è molto diverso da un consulente o professionista o manager che si deve occupare dell'interesse e degli interessi di una città).
Forse perchè i risultati vengono misurati nei termini di "quanti voti hai preso" e non di "quanto bene hai fatto al Paese",cosa che porta spesso, soprattutto i più giovani, ad agire per accattivarsi consenso, prima ancora che per acquisire capacità e competenze nella gestione e nella organizzazione finalizzata ad obiettivi da raggiungere.
Già, obiettivi da raggiungere. Ultimamente ne vedo pochi. Sembra difficile nel Lazio, per qualcuno, perfino organizzare una assemblea dove scegliere un nuovo segretario regionale. E' disperante vedere la capacità di tanti che operano con passione in politica, magari togliendo tempo a famiglia e amici, scontrarsi pesantemente sul muro dei professionisti della politica che solo quello devono fare e non riescono a capire l'importanza che una decisione strategica arrivi a luglio, piuttosto che in autunno inoltrato.

Il segnale di capacità, coerenza e risposta tempestiva, pur così indispensabile per qualunque manager voglia mantenersi il posto di lavoro, sembra del tutto assente nei nostri corridori politici.

AMA o non t'ama?

Bello! Arriva la raccolta differenziata nel municipio XV!

Vedo la locandina nell'androne del palazzo, entusiasmo. L'8 luglio dalle 9 alle 12 ci consegneranno - dice la locandina - il kit per la raccolta differenziata, un secchio, dei sacchetti di carta per l'organico ed un manuale d'uso con orari e luoghi dove portare il materiale.

Uhm.. peccato che lavoro, non potrò essere ad accogliere chi mi porta il kit.

Vabbè, lo prenderò dopo. Infatti un biglietto lasciato dagli operatori che non mi hanno trovata a casa, mi indica che - fino al 24 luglio - potrò andare a prendere gratis il mio kit presso la sede Ama di Via Monte Cucco 120.

Bene, ho ancora qualche giorno. E la prima domanda che sorge spontanea : "ma dopo il primo kit GRATUITO il materiale che mi occorre sarà pagamento? E dove dovrò comprarlo?"

Fiduciosa di trovare le risposte del manuale d'uso che dovranno darmi con il kit, stabilisco di andare dopo un paio di giorni a prendere il kit che mi spetta. Pensavo che via monte cucco fosse nella mia zona, scopro invece che si trova a 4,9 km da dove abito. OK! niente panico, posso andare dalle 6,00 alle 12 ci andrò prima di recarmi in ufficio.

Al civico 120 - indicato nella lettera - c'è tutta campagna. Non esiste proprio. Sempre ottimista, supero ogni dubbio ed arrivo al civico 160 (eh! un numerino a volte che può fare!!)

Nel mezzo di un deposito di mezzi AMA trovo tre gentilissime operatrici, in macchina, probabilmente di passaggio, cui chiedo dubbiosa se sia li che devo ritirare il kit, e candidamente - senza apparentemente percepire ancora la gravità del fatto - una di loro mi informa che in quella sede i kit sono finiti ma posso andare a ritirarli - guarda un po' - a piazza Meucci "Proprio dietro casa mia!" la informo sardonica, l'ira che comincia a fermentare in globuli rossi sulle guance.

L'imbarazzo genuino e la partecipazione al mio sdegno, da parte delle tre addette AMA, mi fanno rimanere calma, per quanto ironica e sdegnata. Scopro così che i kit sono finiti ieri, come è riportato anche su il messaggero di roma, oggi, che i kit non basteranno a coprire le esigenze di 83 mila utenze domestiche coinvolte (251.000 persone di cui 48.000 nel solo quartiere Marconi)almeno per il momento.

Proprio in quel momento arriva una signora accaldata, intorno ai 60 anni, IN TAXI. Chiede il kit per la raccolta differenziata, le indicano piazza Meucci e aggiungono via Oderisi da Gubbio. "Proprio da li vengo!! E non c'è niente li!!"

Partirà una petizione. Qualcosa me lo dice da stamattina.

Nel frattempo il Circolo PD Marconi, molto attivo sul territorio, non ha perso tempo e sta cercando di trovare risposte a diverse domande.
In sintesi:

1. i cassonetti grigi (rifiuti alimentari ed organici e materiale non
riciclabile) spariranno e rimarranno solo quelli per il vetro e la
carta/cartone
2. i sacchetti dei rifiuti organici e del materiale non riciclabile dovranno
essere portati da ognuno di noi presso alcuni punti di raccolta
3. conoscere questi punti di raccolta è impossibile per chi ha ricevuto solo
la lettera (informazioni sul sito internet dell'AMA vedi qui)

4. solo a certi orari si potranno buttare i sacchetti.
5. il kit iniziale di sacchetti sarà gratuito. E poi?
6. tutta questa operazione parte a Marconi in piena estate ed il
rischio reale è che ci sia una diffusa disinformazione, si che al rientro i
cittadini di Marconi si troveranno con le regole cambiate, i cassonetti spariti
e possiamo già immaginare dove finiranno i sacchetti.

Con una PETIZIONE si potrebbe cercare di ottenere:

- punti di raccolta condominiali
- aumento dei punti di raccolta previsti
- ampliamento delle fasce orarie di raccolta
- pagamento della tariffa dei rifiuti SOLO ed esclusivamente sulla base dei rifiuti prodotti.

Che dite, che aria tira?

giovedì 8 luglio 2010

Vaticano S.p.A.

Chissà se il detto “aiutati che il ciel ti aiuta” non sia il fondamento ideologico portante delle imprese d’affari made in Vaticano, che ultimamente riempiono le pagine di molti giornali fornendo interessanti spunti di riflessione.
A Natale 2009 nasce, ad esempio, "Aquilakalo's srl", capitale sociale di diecimila euro, sede presso la Curia arcivescovile e un presidente del consiglio di amministrazione che è il vescovo ausiliare della città: Giovanni D'Ercole. Il “vescovo immobiliarista”, così è chiamato dai cittadini aquilani, che commentano con stupore – non senza una inconsapevole ammirazione – la capacità affaristica di questo rappresentante ecclesiastico capace, per comprovati meriti, di scavalcare l’arcivescovo “titolare” Giuseppe Molinari, nell’opera di ricostruzione post terremoto. Un vescovo che per mesi è stato anche presidente della società che dovrebbe gestire ancora 13 milioni (soldi della Caritas, dice) ancora senza destinazione d’uso: “il municipio non mi spiega, - ha detto a Repubblica - non indica dove, non mi dà la possibilità di investirli per il bene della comunità. Ho dato un ultimatum: entro giugno devono darmi le autorizzazioni, altrimenti li rimando via".

Il pallino immobiliare è potente per la Chiesa; che sia il recepimento dell’indicazione evangelica "Tu sei Pietra, e su questa pietra edificherò la mia chiesa"?
Indicazione evidentemente ben recepita, tanto da sollevare, proprio in questi giorni, un altro polverone: la riconversione di ex conventi ed ex collegi ad alberghi di lusso, in zone di altissimo pregio, dove ristorare il corpo e l’animo (una movimentazione di quasi 10.000 posti letto esentasse, un giro di affari di cui allo Stato non entra neanche un centesimo), ha sollevato non poche contestazioni da parte di Federalberghi, per cui si profila non solo un problema di concorrenza sleale, ma anche l’evidenza di rischi per i numerosi clienti.

1. Concorrenza sleale. Niente Ici, Ires dimezzata, le strutture del Vaticano godono di una posizione privilegiata ogni volta che rientrano nella categoria “ente di beneficienza”. Non importa se poi offrono camere che costano da 200 a 650 euro a notte con pacchetti che comprendono il biglietto per i Musei Vaticani, come l'ex convento delle suore oblate di Santa Maria dei sette dolori di via Garibaldi 27, oggi Donna Camilla Savelli Hotel gestito da una società privata. Oppure offrono rifugio per la preghiera con vista su Castel Sant'Angelo, intorno ai 100 euro a notte, come la Domus Carmelitana Sant'Alberto Patriarca di Gerusalemme.

2. Rischio sicurezza. Giuseppe Roscioli, responsabile di Federalberghi, segnala che "un albergo italiano, per mettersi a norma, deve avere l'autorizzazione dei vigili del fuoco. Stessa cosa per l'Haccp (Hazard Analysis and Critical Control Points), per prevenire e tenere sotto controllo tutto il percorso alimentare. C'è poi la legge 626 sulla sicurezza sul lavoro. E altre leggi come la 46/90 relativa, ad esempio, ai salvavita nelle camere. Tutte norme che queste strutture non sono obbligate a seguire.” Inoltre il personale che lavora negli istituti religiosi senza licenza alberghiera, spesso è fatto di suore, preti, parrocchiani, il che si traduce in un trattamento per i lavoratori ben diverso da quello legato alla normativa italiana.

Insomma, il contrasto tra i benefici di chi deve fare beneficenza rispetto al consueto travaglio dei normali cittadini in suolo italico, è alquanto stridente. Viene da domandarsi quanto tempo deve ancora passare perché il nostro Stato si affranchi veramente dalla Cupola di San Pietro.

lunedì 5 luglio 2010

In vista della crisi.

Avevo predetto all'inizio dell'anno che questo governo avrebbe tenuto fino a luglio, (il tempo di garantire a tutti i parlamentari il raggiungimento dei privilegi previdenziali legate ai 26 mesi di legislatura?) e sembra giunto il tempo. E' di oggi la notizia che Berlusconi, per la prima volta dopo due anni, ipotizza una crisi di governo, colpa di Fini, dice lui.

Ma se andiamo a ben guardare tutta la situazione in generale noteremo alcuni dettagli non trascurabili.

1. la crisi economica, in autunno non sarà più ignorabile, e qualcuno già vocifera che sarà peggio della Grecia. L'Italia di svende patrimonio demaniale per fare cassa, come bruciare i mobili per fare del fuoco. Tempo fa leggevo le parole di un' affermata economista che sosteneva che una delle cose che ci differenziavano da altri Paesi in pericolo di catastrofe economica era il possedimento di un buon patrimonio nazionale, in grado di fornire garanzie a fronte del credito di cui il Nostro bel Paese in declino abbisogna. Finito il patrimonio, finiranno anche le garanzie, come reagirà l'Europa?

2. la crisi degli industriali. Il governo Berlusconi ha promesso una serie di investimenti strutturali - molto discussi se vogliamo, ma pur sempre promessi - come il ponte sullo stretto di Messina, la realizzazione di centrali nucleari, la realizzazioni di decine di impianti di incenerimento dei rifiuti, per esempio. Tutti progetti su cui gli industriali italiani avevano già fatto affidamento, ma che - per ovvia mancanza di fondi - non accennano a decollare. Avendo concentrato risorse e tempo di lavori del Parlamento, alla risoluzione di problemi come il Lodo Alfano, il DDL "bavaglio" contro la stampa e i magistrati, lo scudo fiscale, è piuttosto naturale che non ci sia oggi spazio ad una politica di sviluppo economico, industriale o meno, in grado di soddisfare la parte imprenditoriale produttiva del Paese. Come reagiranno gli imprenditori?

3. la crisi del lavoro. Siamo al giro di boa: la c.i.g. sta per finire per molti, i disoccupati in grado di occupare le piazze, avendo tempo a disposizione e niente da perdere, aumentano a vista d'occhio. Una delle motivazioni dell'introduzione del welfare state, dopo la seconda guerra mondiale, risiedeva nella volontà di evitare che si potesse attivare nuovamente la "miccia sociale" della disoccupazione molto elevata, capace di far riempire le piazze con persone disperate e pronte a tutto, ricattabili e strumentalizzabili.

In tutto questo, siate onesti, se foste alla guida di un governo così nel pieno della tempesta, la tentazione di scendere dal cavallo, additare un colpevole (Fini) e scegliere un comodo governo tecnico di cui non prendersi la responsabilità non sarebbe alta?