lunedì 26 ottobre 2009

Per Dire: candidati PD alla Regione Lazio

Conosciamoli un po' meglio, visto che molto probabilmente uno di loro (ovvero colui che verrà designato segretario regionale del PD) sarà il candidato alle prossime elezioni regionali funestate dall'evento Marrazzo che rende impossibile una ricandidatura del governatore dimissionario.


Alessandro Mazzoli
(mozione Bersani) nato nel giugno del 1972, è oggi presidente della provincia di Viterbo. Maturità scientifica, sposato, ha frequentato la facoltà di Agraria presso l'Università della Tuscia di Viterbo. Dal 1993 al 1997 è stato segretario provinciale della Sinistra Giovanile di Viterbo, responsabile dell'organizzazione della federazione dei Democratici di Sinistra e, dal 2000, segretario provinciale del partito, incarico confermatogli nei congressi del 2001 e del 2005. È stato eletto Presidente della Provincia nel turno elettorale del 2005 (ballottaggio del 17 e 18 aprile), raccogliendo il 52,3% dei voti in rappresentanza di una coalizione di centrosinistra. È sostenuto, in Consiglio provinciale, da una maggioranza costituita da:
* Partito Democratico
* PRC
* SDI-UDEUR-IDV
* Comunisti Italiani
Il mandato amministrativo scade nel 2010.

Roberto Morassut (mozione Franceschini) Nato a ROMA il 16 novembre 1963. Laurea in lettere moderne; eletto, dall'apparato del partito, Segretario regionale del Partito Democratico con il 44.5 dei voti. Già Assessore all'urbanistica al fianco di Veltroni, (a lui si deve l'elaborazione e il parto del Piano Regolatore regalato in extremis da Veltroni a Roma) è un Componente dell'organo parlamentare VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI) dal 21 maggio 2008. Ha definito il PD un partito «popolare, nazionale, di massa»[1]

Ileana Argentin (mozione Marino) Nata a ROMA il 29 marzo 1963 Laurea in scienze politiche, Laurea in giurisprudenza; Editorialista, Presidente dell'Associazione Rete Sociale del Partito Democratico. Eletta nella circoscrizione XV (LAZIO 1)
Componente dell'organo parlamentare: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI) dal 21 maggio 2008.

lunedì 19 ottobre 2009

Il III municipio dichiara guerra agli affitti in nero

Non vi stupite, solo i governi di centro sinistra possono fare una vera battaglia contro gli evasori e coloro che si accaparrano privilegi sulla base dei soldi posseduti.
Non potete stupirvi, viste le dichiarazioni del leader maximo del PDL, imprenditore cresciuto all'ombra della politica di palazzo, il quale oggi incita a non pagare il canone RAI, ma già a suo tempo aveva dichiarato che le tasse, se si può, è meglio non pagarle.

Ed ecco cosa combina Dario Marcucci, presidente del Municipio III in queota PD.

Guerra agli affitti in nero, all´evasione fiscale e ai tributi evasi. Parte da dicembre la campagna del municipio III, guidato da Dario Marcucci, per far emergere il numero dei cittadini nascosti dietro alle case affittate senza contratto, la percentuale di quanti non pagano la tassa sui rifiuti o non versano l´Irpef allo Stato. Viene così istituita un´anagrafe temporanea, una sorta di registro parallelo a quello dei residenti dove saranno censiti gli aventi dimora nei quartieri del municipio III come piazza Bologna, San Lorenzo, parte di Nomentano e del Tiburtino. "Amministro una zona di Roma dove è alta la concentrazione degli studenti e dei lavoratori fuori sede che prendono in affitto una casa per un certo periodo senza avere però un regolare contratto né pagare le tassi comunali – spiega Marcucci – Questo altera il mercato. Interi palazzi sono trasformati in affittacamere e stimiamo che i dimoranti siano circa un terzo rispetto ai residenti".

Arriverà in tutte le cassette della posta una lettera dove il municipio III invita chi dimora nel territorio ad andarsi a registrare nella sede di via Goito. Insomma un nuovo censimento. E chi andrà spontaneamente negli uffici del parlamentino di centro-sinistra potrà usufruire di alcuni vantaggi. "Garantiremo loro il parcheggio gratuito nelle strisce blu come ai residenti e l´iscrizione regolare ai nostri servizi sanitari", spiega il presidente. Poi partirà una campagna di accertamento casa per casa gestita da una task force dei vigili urbani e a chi non si autodenuncia "faremo pagare due anni arretrati delle tasse non versate con la corrispettiva sanzione".
(19 ottobre 2009)

mercoledì 14 ottobre 2009

C'è un problema, Binetti

"C'è un problema Binetti". Con queste parole il segretario del Pd [Franceschini] ha dato il via alle polemiche e alle accuse contro la Binetti. Il punto è che "su questi temi" i valori del Pd non sono negoziabili, ed è impossibile "richiamarsi alla libertà di coscienza". Ma la Binetti non molla e si difende tirando in ballo la sua storia personale e le sue convinzioni. E rilancia. Accredidata come sostenitrice di Franceschini per la corsa delle primarie, la deputata annuncia un cambio di schieramento. "Alle primarie voterò Bersani".

Non resta a guardare Anna Paola Concia. "O la mia posizione o quella di Paola Binetti: che il Pd decida", commenta la deputata. Che aggiunge: "Lo stato deve dire ai suoi cittadini che l'omofobia è un reato".

I FATTI:
Dopo mesi di confronti e discussioni la "legge Concia" sull'omofobia è stata affossata alla Camera. La maggioranza ha votato l'incostituzionalità del provvedimento dopo essere stata sconfitta sul tentativo di rinviare tutto in Commissione. La pregiudiziale di incostituzionalità, sollevata dall'Udc, ha ricevuto 285 voti favorevoli, 222 contrari e 13 astenuti. Decisione che ha aperto una scia di polemiche tra maggioranza e opposizione, ma anche nello stesso Pd.

Questa la successione dei fatti. (tradotti per i normali lettori)
Otto deputati del Pdl, in un testo congiunto, avevano espresso la loro disapprovazione per il testo, che vorrebbe introdurre l'aggravante della discriminazione sessuale per le aggressioni personali. - ovvero non volevano far passare la legge -

Lega, Pdl e Udc avevano chiesto che il testo tornasse in commissione per una serie di "limature". - ovvero proponevano una revisione -

Ma la proposta non ha ottenuto la maggioranza alla Camera, che prosegue così l'esame del provvedimento.
Contro il rinvio in Commissione giustizia hanno votato non solo i deputati di Pd e Idv, ma anche numerosi deputati del Pdl.

Poi la svolta. A sorpresa. La Camera boccia - ovvero viene così respinta la legge, senza possibilità di appello - e la Concia ne ha per tutti: per il Pdl, che "ha detto bugie", ma anche per il suo gruppo, che "senza avvertirmi ha cambiato idea e ha votato contro la possibilità di tenere in vita questa legge con il suo ritorno in Commissione".

Per la signora Binetti propongo alcune
DOMANDONE 1:
Signora Binetti, le sembra serio e democratico un parlamentare che di punto in bianco, senza alcun rispetto per la maggioranza dei suoi stessi colleghi di partito, decida di testa propria e ufficializzi un "cambio di bandiera" perfino nella disputa per l'elezione dei candidati a segretario di partito?

DOMANDONE 2:
Le sembra democratico e costituzionale che un parlamentare, eletto all'interno di una lista di candidati con programma e dichiarazioni ben stabiliti, decida ad un certo punto di abbandonare i propri elettori andando ad ingrossare le fila di un partito i cui elettori non l'hanno votata?

DOMANDONE 3:
Di preciso quando ha deciso di abbandonare il Partito Democratico ed abbracciare la linea politica di altro partito?

Da wikipedia:
Chi è Paola Concia
Chi è Paola Binetti

lunedì 12 ottobre 2009

Italiani, popolo di bambini

Pensate alle vicende più recenti del nostro Stato: chi governa spende più di quanto l'Italia guadagni, l'opposizione rincorre furiosamente le proposte - continue ed implacabili - di leggi folli ed incostituzionali (lodo Alfano, immunità per i parlamentari, "pacchetto sicurezza" che mette in sicurezza le amministrazioni locali dal rischio di essere sciolte per mafia etc) senza riuscire a stringere il governo sui veri problemi del Paese (crisi economica, disoccupazione vertiginosa, calo della sicurezza dei cittadini), gli elettori spaesati "tifano" per questo o quel personaggio come se stessero parlando di un reality, grazie alla portentosa rieducazione mentale che tutte le reti nazionali hanno operato sulla pubblica opinione.

Come bambini quando i genitori litigano, gli Italiani non giudicano per i fatti che avvengono, ma per le sensazioni emotive che questo o quell'eroe del momento riesce a regalare loro, consentendogli comunque di continuare a credere che ci sia qualcuno che alla fine metterà tutto a posto.

Quello che ai bambini è consentito ignorare, ma agli adulti no, sono le conseguenze di questo periodo confuso, in cui lo strapotere incontrastato di qualcuno, rischia di portare l'intero Paese al di fuori dell'equilibrio democratico cui eravamo abituati.
Svegliamoci, bambini.

sabato 10 ottobre 2009

Un anno di Alemanno/ 4 il parto del bilancio

Inizia il 2009 e, il 24 gennaio, Zingaretti, nel presentare il bilancio, annuncia "Ora creiamo la città metropolitana"
Con 28 voti favorevoli, 10 contrari e un astenuto il consiglio provinciale approva il bilancio 2009: 148,62 milioni di euro di investimenti e 479,84 milioni per le spese correnti. «E adesso via alla fase costituente della città metropolitana di Roma», dice il presidente della Provincia Nicola Zingaretti al termine della seduta in aula. L' approvazione in Senato della norma su Roma Capitale ha dato nuova linfa alla sua idea di città metropolitana, che Zingaretti vuole realizzare attivandosi su due fronti: gli incontri con il sindaco Alemanno, a cui già ieri mattina ha chiesto un incontro, e il confronto con i sindaci dei 120 comuni della Provincia, che cominceranno lunedì prossimo.

Di li a poco, visto che Regioni, Provincie e Comuni non possono prescindere dalle manovre del Governo, il giro di vite imposto appunto dai ministri del governo Berlusconi, fanno sobbalzare i Sindaci.
Scrive Repubblica il 31 gennaio "Anche i Comuni, dopo le Regioni, scendono in campo contro il ministro dell' Economia Giulio Tremonti. Il presidente dell' Anci, e sindaco di Firenze, Leonardo Domenici ha definito ieri, in una lettera inviata al titolare del Tesoro, «una provocazione grave e intollerabile» la circolare che impone ai Comuni un robusto giro di vite sui propri bilanci. Sostanzialmente il provvedimento impedisce ai Municipi di contabilizzare come entrate i proventi delle vendite di immobili (si tratta complessivamente di 1,5 miliardi), di conseguenza i saldi di bilancio, in assenza di questa voce, sono destinati a deteriorarsi e aumentare fino a sforare in molti casi le soglie del patto di stabilità interna. Il risultato è che saranno bloccati gli investimenti: sanzione che tocca ai Comuni con i bilanci in dissesto.

Ma torniamo a Roma. Il 2 febbraio inizia un lungo e travagliato iter per la discussione e l'approvazione del documento di programmazione finanziaria 2009/2011.
"Lotta all' evasione fiscale e tariffaria anche attraverso il conferimento di poteri di accertamento e contestazione al personale di Roma Entrate, appositamente formato, che lavorerà a stretto gomito con la guardia di finanza; riforma del sistema che governa il trasporto pubblico locale tramite l' accorpamento di Trambus e Metro sotto il gestore Atac, e contestuale creazione di un' Agenzia della mobilità e di una società patrimonio; modifiche e integrazioni al regolamento in materia di affissioni e pubblicità che prevedano, accanto alle sanzioni amministrative, il sequestro e l' abbattimento degli impianti a carico degli operatori abusivi.

Obbiettivo del documento di previsione triennale: riportare in equilibrio strutturale la finanza comunale senza alzare tasse e tariffe, né abbassare l' impegno di spesa destinato al sociale e alla scuola. Condizione necessaria, quello di limitare l' indebitamento e cancellare gli squilibri tra entrate e uscite, per avviare un serio e credibile piano di sviluppo.

In sostanza - si legge tra le righe della relazione tecnica che accompagna il Bilancio - senza quelle politiche di revisione della spesa, riduzione dei costi e razionalizzazione della macchina capitolina promesse da Alemanno, anche le ingenti risorse stanziate dal governo e il piano di rientro elaborato dalla gestione commissariale potrebbero risultare insufficienti per risanare le casse del Comune e rilanciarne l' azione amministrativa.
Un monito che però, almeno a giudicare dall' esame di alcune voci, resta largamente disatteso.

Diverse infatti le contraddizioni. Partiamo dalla più macroscopica.

1. Tante volte, sin dalla campagna elettorale, il sindaco Alemanno ha tuonato contro le società controllate e partecipate, ben 81, che il centrosinistra avrebbe moltiplicato e il centrodestra prontamente dimezzato.dell' attesissima cura dimagrante, nel documento di previsione triennale, non c' è traccia. Tant' è che è prevista la copertura per tutto il personale e i contratti di servizio attualmente in essere.

2. la spesa corrente, pari a oltre 3,5 miliardi, anziché diminuire cresce complessivamente di 314 milioni. E se quella per il personale resta pressoché invariata (a circa 1,2 miliardi) aumenta invece di 3,78 milioni quella per beni e servizi.

3. Scendono, al contrario, le entrate tributarie: dagli 1,3 miliardi del consuntivo 2007 (l' ultimo della gestione Veltroni) agli 895 milioni stimati nel 2009, in prevalenza frutto dell' abolizione dell' Ici sulla prima casa, solo parzialmente reintegrata dal governo. In compenso, però, il potenziamento della lotta all' evasione fiscale e tariffaria, anche attraverso una più stretta collaborazione con l' Agenzia delle Entrate e con l' Agenzia del Territorio, farà recuperare nell' anno in corso circa 44 milioni.

4. Anche sul fronte delle entrate extratributarie (proventi dei servizi pubblici e dei beni comunali, interessi su anticipazioni e prestiti, utili netti di aziende speciale e proventi diversi) non va meglio: nel 2009 è stimato un decremento di 107 milioni. Tuttavia l' aver imputato i debiti pregressi alla gestione commissariale, insieme all' esenzione dal Patto di stabilità interno, consentirà al Comune di Roma di spingere sull' acceleratore degli investimenti: ammonta a 3,4 miliardi il piano di interventi previsti da qui al 2011, compresi i 622 milioni già impegnati nel 2008, buona parte dei quali finalizzati alla costruzione delle metropolitane B (nuovi tratti e prolungamento)"

A parte le altre varie considerazioni, ma 3,4 miliardi, saranno mica una parte dei famosi 6,9 miliardi gridati come buco di bilancio qualchemese prima? In caso affermativo sarebbe una bella svista, considerare come buco di bilancio delle risorse ancora non utilizzate - seppure previste come investimenti necessari.

mercoledì 7 ottobre 2009

Un anno di Alemanno/ 3

Ed ecco cosa succede a settembre 2008.

Il 30 settembre 2008 il comune annuncia tagli e imposte più alte. Aumenti per l' Ici di seconde e terze case, soprattutto se non affittate; tagli per i circa 14 mila precari che lavorano per il Comune; ritocchi alla Cosap (occupazione suolo pubblico) e Cip (l' ex imposta sulla pubblicità) con un sistema tariffario differenziato per zone territoriali. Il sindaco ha presentato i conti e la manovra del Piano di rientro. E' una tabella di marcia che imporrà lacrime e sangue perché, agli 8,6 miliardi da ripianare grazie all' aiuto del governo e alla riforma sul federalismo fiscale, «si aggiunge uno squilibrio nel bilancio annuale di circa 200 milioni». Una tendenza, quella delle uscite che superano le entrate, da correggere subito: «Dobbiamo tagliare la spesa ed aumentare le entrate per almeno 200 milioni» dice il sindaco. Il Pd: «Il buco non c' è, è un bluff che finalmente abbiamo smontato e che lo stesso Alemanno ha ormai negato». Non pronuncia mai la parola «buco di bilancio» il sindaco Alemanno. Illustrando in aula Giulio Cesare il Piano di rientro confezionato dai tre sub-commissari guidati dall' assessore Ezio Castiglione invita piuttosto a deporre le armi delle «polemiche inutili e irresponsabili». Toni pacati, distanti anni luce da quelli utilizzati non più tardi di tre mesi fa, quando lanciava «l' allarme sui conti fuori controllo», parlava di «dati occultati», accusava la giunta Veltroni di aver fatto «il gioco delle tre carte». E invece, pur ammettendo di essere di fronte a «cifre incontestabili e pesanti», preferisce guardare oltre, parlare di futuro, suggerire le ricette per «liberare la città di Roma da un debito accumulato in quasi trent' anni»
Il programma ? Una rigorosa politica di contenimento della spesa, da applicare su più fronti
1. Quelle per beni e servizi verranno ridotte centralizzando gli acquisti e dimezzando le società partecipate di primo e secondo livello.
2. Il personale subirà un progressivo ridimensionamento attraverso «il rallentamento del turn-over» e «la revisione del piano assunzionale che è troppo ambizioso» incalza il sindaco. «I dipendenti comunali sono 27mila, quelli delle aziende e delle municipalizzate 34mila, in totale più di 60mila persone. Noi non vogliamo licenziare nessuno», precisa, «ma non possiamo permetterci di andare oltre questo numero». Tradotto: «I precari che dovevano essere stabilizzati sono 1.400» ricorda Alemanno, difficile che possano conquistare un posto fisso.
3. Terzo capitolo: la lotta all' evasione e il rafforzamento della riscossione, soprattutto della Tari, sistematicamente elusa dalle utenze non domestiche, e delle imposte su affissioni e pubblicità. Senza dimenticare quanto promesso in campagna elettorale: nel piano di rientro si legge infatti che si provvederà ad «aumentare l' Ici sulle seconde e terze case, in particolare quelle non affittate».

Si parla di 8,6 miliardi di disavanzo complessivo, composto da 1,8 miliardi di debiti fuori bilancio e un debito in ammortamento, «già conosciuto», di 6,9 miliardi. Frutto, secondo Alemanno, del fatto che «il Comune di Roma ha avuto finora un tenore di vita superiore alle proprie possibilità». Finendo in rosso anche per colpa dei mancati trasferimenti da parte della Regione Lazio (ma quindi una parte di questi 6,9 miliardi sono soldi che la Regione non ha versato al Comune mentre questo li ha anticipati per spese????)- rileva il sindaco - su cui pesa il contenzioso con il governo per il deficit della Sanità. Motivo per cui «ci associamo ufficialmente alla richiesta di ottenere lo sblocco delle risorse il più presto possibile».

Un sospiro di sollievo lo tira Castiglione, ancora assessore al bilancio per quel periodo, quando il 5 dicembre 2008 Il presidente del consiglio firma il Dpcm con il quale si approva il piano di rientro presentato dal commissario straordinario di governo Gianni Alemanno.
Il debito complessivo oggetto del piano è pari a 9,6 miliardi di euro. Per far fronte a tale debito il commissario Alemanno potrà far ricorso al contributo ordinario di 500 milioni che saranno erogati da Palazzo Chigi a decorrere dal 2009 quale anticipo dei futuri finanziamenti di Roma capitale». Significa che dal 2009 Roma riceverà per sempre 500 milioni all' anno. Si tratta di un aumento di stanziamento e, quindi, di un contributo permanente per l' esercizio delle funzioni di capitale. Una volta esaurito il piano di rientro, i 500 milioni rientreranno nel bilancio ordinario del Comune.
Ma la strada è lunga visto che “nel piano di rientro sono compresi i 6,9 miliardi di debito in ammortamento, relativo cioè a linee di credito utilizzate al 31.12.2007, che prevedevano il pagamento di rate fino al 2048. (ma quindi i 6,9 miliardi di debito erano in realtà una previsione di rimborso di rate??? Come se io, che devo ancora pagare xxxmila euro alla banca per il mutuo oggi dichiarassi di avere un “deficit” di xxxmila euro??) Ai quali vanno aggiunti altri 2,7 miliardi per debiti fuori bilancio, ricapitalizzazioni di società, ricostituzione dei fondi vincolati, prestazioni per le quali non erano previste coperture” spiega Castiglione.
La nuova sorpresa è che «Nel mese di ottobre, procedendo alla separazione dei bilanci, è stata riscontrata un' ulteriore scopertura di quasi un miliardo, appunto, dovuta a residui passivi di parte capitale per i quali non sono stati riscontrati i corrispondenti residui attivi».

lunedì 5 ottobre 2009

Un anno di Alemanno /2

Era l’11 giugno 2008, pochi mesi dopo l’elezione di Alemanno a Sindaco, quando il neosindaco annunciava che «Le attuali difficoltà dei municipi derivano unicamente dal fatto che la giunta Veltroni aveva previsto nel bilancio 2008 le spese per i servizi sociali soltanto fino alla fine del mese di giugno, lasciando totalmente scoperta dai finanziamenti la seconda parte dell' anno». Al contempo gridava “al buco! al buco!” riguardo la condizione delle casse capitoline lasciate dalla precedente amministrazione.

A questo rispondeva Sandro Medici, presidente di Cinecittà «Il blocco delle spese ordinato dalla Ragioneria è un vero e proprio furto con destrezza, un borseggio ai danni dei cittadini. Io sono inorridito, indignato da questo modo di fare politica sui problemi, le disgrazie, i bisogni delle persone. Ci saranno pure difficoltà di bilancio, però è mai possibile che 'sto Comune è andato avanti 15 anni incrementando anno dopo anno i servizi sociali e ora improvvisamente siamo alla catastrofe? Ma chi ci crede? Io no.” e ancora, Alemanno “dice solo una parte di verità, quella che gli fa più comodo. Era infatti prevista una manovra di assestamento che, come ogni anno a luglio, avrebbe completato il finanziamento di alcuni progetti. Nel X municipio, lo sportello unico dei servizi sociali e l' assistenza alloggiativa che eroga un assegno di 500 euro a 380 famiglie incapienti per pagare l' affitto. Ma tutto il resto no. I soldi per i soggiorni estivi degli anziani, per i centri estivi dei bambini, per l' assistenza ai malati psichici erano già stanziati, ma la Ragioneria ha bloccato pure quelli». e ancora “Nel passaggio tra la giunta Veltroni e la giunta Alemanno il X municipio ha "perso" più di 3 milioni di euro che dovevano servire per la manutenzione di strade e scuole, per la ristrutturazione di piazza dei Consoli, per le attività culturali. Se ce li ridanno inizieremo a ragionare, altrimenti rovesceremo i tavoli e scenderemo in piazza con tutti gli anziani, i disabili, le famiglie che non riusciremo più ad assistere”.

Il 9 luglio di quell’anno, il sindaco prometteva «Entro il 30 settembre - dice il sindaco Gianni Alemanno - presenteremo un piano di ristrutturazione che porti al risparmio di 500 milioni l' anno, operando principalmente sulla Holding comune di Roma… chiederemo al sindacato un aiuto sul fronte della mobilità: ci occorre la possibilità di spostare personale dalle aziende della holding a luoghi in cui serve di più»
«Abbiamo un totale di 495 milioni di maggiori richieste di spesa corrente - spiega il sindaco - a cui vanno aggiunti gli investimenti, con cui purtroppo il deficit '08 sale a un miliardo». è il famoso deficit sventolato il mese scorso come «buco di bilancio» e considerato niente più che un miraggio dall' opposizione. «è la solita somma di mele con pere, già abbiamo dimostrato che non è reale», replica l' ex assessore Marco Causi. «L' effettivo fabbisogno del Comune per la spesa corrente è di 360 milioni. Poi c' è la necessità di completare il finanziamento delle grandi opere, e il Pd ha presentato un emendamento proprio per dire che a Roma non serve il commissariamento ma un piano di risorse aggiuntive per servizi e investimenti». Tant' è, ieri Alemanno il presunto maxi deficit lo ha declinato voce per voce: «Il bilancio di previsione non era in grado di coprire la spesa per tutto l' anno. Abbiamo una richiesta di 85,5 milioni per mantenere il livello dei servizi erogati nel ' 07, di cui 16,1 milioni sono per il sociale. In più mancano 28,1 milioni in "implementazioni di spesa" (cioè nuove spese), 360,5 milioni in debiti fuori bilancio, 16,2 milioni in contributi e 4,8 milioni in spese di funzionamento». Nel dettaglio spiccano i 2,2 milioni di maggiori spese proprio nel gabinetto politico del sindaco. L' arcano è svelato a stretto giro: «è la spesa sociale per l' ufficio rifugiati politici gestito su delega del ministero, prima veniva contabilizzato fuori del gabinetto del sindaco» e infine la promessa: «Difenderemo i servizi pubblici essenziali e i 171 milioni di spesa», promette il sindaco. E dal prossimo anno si cambia passo: «Garantiremo la transizione senza mettere le mani in tasca alla gente. E dal 2009, coi conti in ordine, per lo sviluppo pescheremo nella "banca progetti" della Commissione dei saggi che stiamo varando»

Non ho ancora rintracciato nulla riguardo il fatidico 30 settembre, ma il 16 dicembre Repubblica esordisce con la frase “Il risanamento può attendere. I 500 milioni di contributo annuale per Roma capitale appena stanziati dal governo andranno a finanziare il piano di rientro dal debito comunale solo a partire dal 2009. Quelli previsti per il 2008 saranno invece utilizzati per il maxi-assestamento di bilancio varato ieri mattina in giunta: una manovra monstre da 677 milioni, 358 di parte corrente (30 dei quali destinati al contratto di servizio dell' Ama «per arrivare allo spazzamento quotidiano delle strade senza aumentare la Tari») e 319 di investimenti, 188 dei quali per i trasporti e 13,7 per interventi sulle fogne, senza dimenticare gli 800mila euro per le pistole dei vigili urbani. Il giorno prima Gemma Azuni (gruppo Misto) e Gilberto Casciani (Idv) hanno abbandonato la riunione dei capigruppo gridando «all' inciucio» fra Pd e maggioranza: «Si sono chiusi in una stanza con l' assessore Castiglione per mettersi d' accordo e ci hanno esclusi dai loro piani. A noi questi traffici sotto banco non interessano e quindi ce ne andiamo». Offeso il capogruppo democratico Umberto Marroni replicherà: «Se ne accorgeranno nei prossimi giorni, la nostra opposizione sarà durissima». E infine le cifre:
dei 319 milioni di investimenti:
- 188 saranno impiegati per i trasporti (dalla manutenzione straordinaria di Atac alla prosecuzione della metro B1),
- 8,8 per la cultura,
- 5,4 per i piani di zona,
- 17 per la viabilità straordinaria (tra cui la manutenzione, compresa la pulizia delle caditoie),
- 13,7 per gli interventi fognari,
- 21 per la dotazione informatica del comune,
- 5,2 per le periferie, 6 per i parcheggi di scambio,
- 20,4 per la ricostituzione del parco auto e macchinari del servizio giardini.
- 8 milioni infine, ha precisato Alemanno, andranno a finanziare il "piano nomadi" che sarà presentato in prefettura l' 8 gennaio e prevede la ristrutturazione di alcuni campi autorizzati, il trasferimento di altri, la rimozione di quelli abusivi.

Quanto ai 358 milioni di spesa corrente:
- 35,5 saranno destinati all' ambiente: 30 serviranno per ampliare il contratto di servizio dell' Ama e i restanti 5,5 per il decoro urbano.
- A questi si aggiungono 1,7 milioni per il commercio,
- 15 per la cultura (tra cui i contributi per la Fondazione Musica per Roma, Festa del cinema, Palaexpo, Macro e manutenzione straordinaria del teatro dell' Opera «altrimenti avremmo dovuto chiuderlo»),
- 67,5 milioni per i lavori pubblici (decoro urbano, manutenzione scuole e mercati),
- 20 per i municipi,
- altri 27 per i trasporti.

Una manovra che andrà a coprire anche i 61 milioni iscritti fra le entrate nell' ultimo bilancio di previsione ma mai incassati: 10 dei quali derivanti dalle multe che «a Roma sono state sempre sopravvalutate». E che tuttavia nel 2008 ha fruttato 263 milioni.

Un anno di Alemanno e i municipi...

Su Repubblica ho rintracciato una buona mole di articoli che, messi tutti uno dietro l'altro, ci consentiranno di avere un monitoraggio delle azioni che la Giunta Alemanno stanno effettuando sul territorio, con particolare riferimento ai rapporti con i municipi, che come sappiamo sono la voce (senza portafoglio) dei cittadini.

11 giu 2008 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/06/11/municipi-tagli-del-20-noi-scenderemo-in.rm_021municipi.html

9 lug 2008 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/07/09/aziende-comune-tagli-di-alemanno.html

23 sett 2008 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/09/23/scacco-matto-di-fabiani-nella-partita-per.html

30 sett 2008 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/09/30/comune-tagli-imposte-piu-alte.html

6 dic 2008 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/12/06/fondi-per-le-rate-fino-al-2048.html

16 dic 2008 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/12/16/all-ama-30-milioni-per-spazzare-la.html

24 gen 2009 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/01/24/ora-creiamo-la-citta-metropolitana.html

31 gen 2009 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/01/31/comuni-rompono-con-il-tesoro.html

9 feb 2009 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/02/09/fisco-trasporti-ecco-il-bilancio.html

10 feb 2009 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/02/10/bilancio-anno-zero-niente-tasse-in.html

12 feb 2009 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/02/12/la-linea-b2-era-il-nostro-riscatto.html

13 feb 2009 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/02/13/buche-infinite-assedio-alla-barcaccia.163buche.html

14 feb 2009 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/02/14/firme-per-le-nuove-metropolitane.html

17 feb 2009 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/02/17/nuovi-vespasiani-ticket-50-centesimi.html

18 feb 2009 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/02/18/bilancio-nessun-favoritismo-per-municipi-di-centrodestra.html

19 feb 2009 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/02/19/la-polemica-dal-comune-100-euro-per.html

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