mercoledì 19 settembre 2007

Vday-after. Le primarie dei cittadini

Per chi chiede "proposte" dopo il vaffa unitario che i cittadini hanno espresso nelle piazze italiane l'8 settembre, ecco la risposta che, udite udite, era già pronta e presentata per filo e per segno da svariati mesi. Si tratta di un vero e proprio documento organizzato da Grillo sulla base dei contributi al suo blog, le primarie dei cittadini, in cui trovare proposte e suggerimenti che i nostri dipendenti dovrebbero semplicemente cercare di mettere in pratica, per ottenere risultati in campi come l'energia, la sanità, i trasporti..

Nonlo scrive Grillo. Lui ha solo preso gli scritti di tanti e ne ha fatto un documento. Non un libro da comprare, non uno spettacolo da pagare. Ragazzi, piantatela di attaccare Grillo. Potete condividere o meno la sua vita e il suo operato pubblico, ma per favore cominciate a guardare più in la del vostro naso e a leggere i documenti (con tanto di fonti rintracciabili) che lui gratuitamente mette a disposizione di tutti.

lunedì 17 settembre 2007

V-day after.

Grillo inneggia ai "Comuni ai cittadini", esorta tutti noi a tornare al nostro senso civico e smettere di stare alla finestra a guardare chi si spartisce l'Italia. Lui non sarà in piazza, dice, ed in effetti non gli compete. Sarebbe come se il grillo di Pinocchio decidesse di andare lui stesso a scuola...

Bravo Grillo! Era esattamente quello che mi aspettavo dicessi. Bisogna rimboccarsi le maniche e darsi da fare. Ieri mi ha telefonato un caro amico di Napoli che avevo cercato di convincere a partecipare al V-day. Mi aveva risposto farneticazioni riguardo Grillo ... che vuole entrare in politica.. che parla per i propri interessi.. che il Vday non avrebbe dato alcun risultato..

Mi ha telefonato chiedendomi scusa per aver avuto poca fiducia in quello che io gli dicevo a proposito del V-day, lasciandosi invece condizionare da pregiudizi che troppo spesso farciscono la nostra vita, lasciandoci facili preda di coloro che vogliono 'indottrinarci'.
Basta dottrine. In ballo non c'è altro che soldi, allora facciamoci i nostri interessi, in modo civile e legale. Togliamo agli attuali politicanti la possibilità di parlare per noi.
Sono curiosa di leggere (e inserire nel mio blog) le liste civiche.

giovedì 13 settembre 2007

In viaggio con papà: non ci manca niente

Tra-duco dall'ultimo numero di L'espresso (13 settembre 2007)
Senza grazia e senza giustizia
di Gianluca Di Feo

Mastella e il figlio al Gran Premio di Monza con l'Airbus presidenziale. Un viaggio privato a carico del contribuente nel giorno dei tagli alle spese. Mentre ai giudici manca la benzina.

I magistrati non hanno la benzina per le auto ma il ministro della Giustizia non lesina certo sul carburante. Soprattutto quando si tratta di accontentare amici e famiglia. E concedersi una bella gita domenicale. Sì, perché per l'escursione al Gran Premio di Monza Clemente Mastella non ha badato a spese, tutte però a carico di altri. Il Guardasigilli ha volato da Salerno a Milano con l'aereo di Stato. Non un jet qualunque, ma l'Air Force One italiano: uno dei lussuosi Airbus presidenziali, praticamente una suite con 40 poltrone e ogni genere di comfort. Un velivolo di alta rappresentanza, roba da far invidia a sceicchi e magnati: la Rolls Royce con le ali costa oltre 55 milioni di euro. Poi dalla zona militare di Linate, in teoria una fortezza inaccessibile, il ministro è passato all'area Vip dello scalo milanese, quella dove sono di casa i Falcon di Berlusconi e di Tronchetti Provera, quella riservata a chi i privilegi li paga di tasca sua.

Il "nostro" replica sulle pagine di La Repubblica: sembrerebbe tutta "colpa" di Rutelli...

ROMA - Nessun privilegio ma solo un volo al quale era stato chiamato ufficialmente il vicepresidente del Consiglio Francesco Rutelli. Nei confronti del ministro della Giustizia Clemente Mastella "L'espresso" ha avviato "una campagna affatto giornalistica con evidenti finalità politiche".

Unipol: D'Alema e Fassino si autoassolvono?

Scrive Marco Travaglio a Grillo, sul blog

D'Alema e Fassino, sempre per rispondere all'appello della piazza per una giustizia uguale per tutti, si autoassolvono con due "memorie" smemorate sul caso Unipol, chiedendo di fatto alla giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera di respingere al mittente la richiesta del gip Clementina Forleo di autorizzare l'uso giudiziario delle loro telefonate con i furbetti del quartierino: quelle che dimostrano la loro partecipazione alla scalata della Bnl da parte dell'Unipol. I due sostengono di non aver commesso alcun reato, il che rientra nel loro legittimo diritto di difesa. Ma poi si allargano un po', sostenendo che i reati li ha commessi la Forleo con un'ordinanza "illegittima", perché ha scritto che D'Alema e il suo fido senatore Latorre hanno commesso aggiotaggio e insider trading senza che la Procura avesse iscritto nessuno dei due sul registro degli indagati: dunque, se sui due non c'è un'inchiesta, non si vede perché autorizzare l'uso delle loro telefonate. Ma che spiritosi: la legge Boato del 2003 stabilisce che le telefonate intercettate in cui compare la voce di un parlamentare non possono essere usate dai giudici senza il permesso del Parlamento. Dunque la Procura di Milano non poteva indagare i due parlamentari Ds in base a telefonate che, non ancora autorizzate, è come se non esistessero. Per indagarli, ha bisogno di quell'autorizzazione. Ora D'Alema risponde che l'autorizzazione non va data perché lui non è indagato. Il ragionamento (si fa per dire) ricorda un famoso romanzo umoristico, "Comma 22", in cui un pilota dell'aeronautica militare si finge pazzo per chiedere l'esonero dai voli di guerra; ma il medico gli spiega che solo i pazzi effettuano i voli di guerra, dunque lui, essendo pazzo, è adattissimo a quelle missioni.
Ps: Tra i difensori di D'Alema compare anche l'avvocato Guido Rossi, lo stesso che, portando alla Procura di Milano una denuncia della banca olandese Abn Amro contro Fiorani, diede l'avvio all'inchiesta sulle scalate.Ora difende un "indagabile" in quell'inchiesta. Il suo caso ricorda un po' quello dell'avvocato Taormina, che chiese l'arresto della signora Franzoni per il delitto di Cogne, poi ne divenne il difensore e chiese l'arresto dei giudici che l'avevano arrestata. O il Rossi che difende D'Alema è Taormina travestito?" Marco Travaglio

mercoledì 12 settembre 2007

Serve davvero un nuovo partito?

Io non credo che abbiamo bisogno di nuovi partiti. I partiti sono solo il mezzo per governare, ma sono fatti da uomini. Quello di cui abbiamo bisogno davvero è di uomini (e donne) capaci di non cadere nella tentazione facile dei compromessi, che non si lascino tentare dai soldi, dal potere assoluto, che vogliano governare il Paese con degli obiettivi raggiungibili e validi, che non vogliano solo speculare per i propri personali interessi creando leggi ad hoc per se stessi.
Etica e politica non dovrebbero mai viaggiare separati ed oggi mi sembra che dell'etica non freghi niente a nessuno dei politici che abbiamo.

Ognuno di noi è chiamato ad interessarsi dei partiti che già esistono per cambiarli e renderli 'utilizzabili' per il bene di tutti i cittadini.

lunedì 10 settembre 2007

V-Day after: commenti a caldo

10 settembre 2007

Appunti per il programma elettorale di Rosy Bindi:

"Dimissioni di chiunque abbia avuto problemi con la giustizia e quindi massima trasparenza per le liste elettorali del futuro. Interruzione immediata dell'indicizzazione delle nostre indennità. Solo noi e i magistrati abbiamo questo privilegio. Separazione netta tra indennità personale e rimborsi spese. Uno stipendio di 5000 euro va bene, i rimborsi vanno affidati ad una agenzia indipendente che valuti le finalità della spesa, verifichi se risponde ad un'attività politica o meno. Stesso discorso per la gratuità dei mezzi pubblici: vale per l'attività politica e non per i viaggi privati. Bisogna anche limitare i mandati e prevedere le primarie per tutti gli incarichi politici".
Rosy Bindi on line


12 settembre 2007

Il sondaggio di Ipr Marketing per Repubblica.it: largo appoggio ai princìpi generali adesione all'elezione diretta dei parlamentari. Ma il comico non deve scendere in politica
Bravo Grillo, ma non scenda in politica "Abolire i partiti? Non esageriamo"
di ALESSANDRA VITALI
ROMA - Sulle proposte generali il consenso è alto, molto alto in alcuni casi, come l'elezione diretta dei parlamentari da parte dei cittadini, o il fatto che nessun cittadino italiano possa candidarsi in Parlamento se condannato in via definitiva o in primo o secondo grado. Ma quando si tratta di essere o meno d'accordo sull'abolizione dei partiti, le cose cambiano. E' questo uno degli aspetti che emergono dal sondaggio sul V-Day di Beppe Grillo, realizzato dalla Ipr Marketing per conto di Repubblica.it, un'indagine condotta su un campione di 1000 cittadini disaggregati per sesso, età e area di residenza, che prende in considerazione anche le intenzioni di voto e quindi l'area politica di riferimento degli intervistati.