lunedì 18 ottobre 2010

In piazza, bandiera o meno.

Bellissima manifestazione.

Non sono adusa alle piazze, non ho quindi una enorme esperienza, ma quella di sabato è stata davvero una bella esperienza, al fianco di lavoratori e disoccupati, una passeggiata civile e dignitosa, con un messaggio unico ed univoco: la dignità del lavoro non puà essere soggetta a ricatti.

Ho incontrato un bel po' di amici, di vari movimenti e di partiti che non hanno ritenuto esporre la loro bandiera in questa occasione, con la (per me assurda) convinzione che sia possibile separare una manifestazione politica da una manifestazione per i diritti civili. Alcuni di loro hanno camminato con me, portando la mia stessa bandiera.

Ed io per la prima volta ho camminato sotto una bandiera che sentivo mia, non solo accettando di portarla ma sventolandola con orgoglio. La bandiera del Nuovo Partito d'Azione, ricca di una tradizione e di testimonianze eccellenti, che pian piano scopro e di cui vado fiera.


Qualcuno, vedendo una bandiera sconosciuta, mi ha chiesto, un po' seccato "Ma come, ancora un altro partito?". E' difficile spiegare che l'Italia non è fatta solo di destra o sinistra, comunisti o berluschini, perchè le appartiene una ricchezza di pensiero che non ha uguali in Europa e di cui dovrebbe andare fiera, mentre cerca invece di scimmiottare sistemi a volte più semplicistici.


I nomi eccelsi che hanno dato vita al primo Partito d'Azione sono davvero tanti, alcuni molto vicini ai nostri giorni. Come Carlo Azeglio Ciampi, che "quando venne siglato l'armistizio dell'8 settembre 1943  rifiutò di aderire alla Repubblica di Salò e si rifugiò a Scanno, in Abruzzo, col suo maestro Guido Calogero, esponente di primo piano del pensiero liberalsocialista e vicino al Partito d'Azione.

Come spiegare a noi, abituati ormai a pensare esclusivamente nei termini dualistici di "destra/sinistra" - comunisti/fascisti, che ci sono stati giorni in cui addirittura si dibatteva se fosse preferibile il liberalsocialismo oppure il socialismo liberale?

La nostra storia è ancora piena di "eroi" e la buona politica non è una utopia, altri l'hanno messa in atto, nel silenzio e nella dignità delle persone grandi, che si adoperano per il bene comune avendo come bussola ideali altissimi.

Quegli "altri", oggi, dobbiamo essere noi.

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