venerdì 15 ottobre 2010

16/10/10 in piazza con la FIOM

Domani sarò in piazza, a Roma, insieme a tanta gente che in questa manifestazione di metalmeccanici organizzata dalla FIOM ha riscontrato, come me, l'occasione per esprimere la propria preoccupazione per la discesa che i nostri diritti, la nostra costituzione, sta prendendo negli ultimi anni.

Il mio regalo, a tutti noi, sono stralci di storia:

Fabio Antonilli scrive:
"È solo con l'entrata in vigore della Costituzione Repubblicana che tra pubblici poteri e sindacati viene ad instaurarsi un rapporto "tra pari", un rapporto cioè tra due entità indipendenti, ognuna portatrice di interessi diversi, la prima dell'interesse generale, la seconda degli interessi dei lavoratori. Con la Costituzione repubblicana e democratica, infatti, lo Stato riconosce che i rapporti collettivi - tra associazioni dei datori di lavoro e associazioni dei lavoratori - si pongono al di fuori dell'ambito pubblicistico, e che gli interessi di categoria non necessariamente coincidono con l'interesse nazionale, come invece imponeva il regime corporativo dello Stato fascista"

e poi ancora
"A fare delle aziende dei moderni luoghi di lavoro, dove i diritti costituzionali trovano il loro riconoscimento, sarà lo Statuto dei lavoratori del 1970, col quale divennero legge dello Stato il diritto per i lavoratori di svolgere attività sindacale in fabbrica attraverso i loro rappresentanti, il divieto di discriminazioni, la repressione della condotta antisindacale e la reintegrazione nel posto di lavoro del lavoratore licenziato illegittimamente (il noto articolo 18)."

A tutti noi auguro di tornare a guardare avanti, ad una politica fatta di interesse pubblico e non di interessi privati, ad una vita sociale fatta di altruismo e non di piccoli egoismi, ad una concezione dell'educazione in cui trovi spazio l'informazione, la cultura e la saggezza.

Buona manifestazione a tutti.

1 commento:

Andrea ha detto...

Condivido. La strategia è far accettare ai cittadini dei tagli allo stato sociale e ai propri diritti conquistati dopo anni di lotta facendoli passare come sacrifici necessari.
Non è vero.