giovedì 18 novembre 2010

Lo sai quanto vale il tuo voto?

E' aperta la caccia. E non solo ai parlamentari in fuga, ma anche a tutti noi.
Avanti amici, non temete, nessuno vi farà offerte da 500mila euro, tutt'altro. Vi inviteranno a chiudere gli occhi e mettere un croce qui o li, tutto molto comodo, neanche c'è bisogno di saper leggere, ecco qui, vedi? Dove sta questo disegnino.

Caccia aperta per ogni singolo voto che si riesca a catturare e noi, in questi giorni, noi elettori inconsapevoli di quanto valga il nostro voto, saliamo al rango di "vacche sacre", lasciando le vesti di mucche da mungere cui tanto torneremo subito dopo le elezioni, sonnecchiando nelle nostre piccole stalle.

Non vale niente il tuo voto, ecco tutto.

Non darà adito ad una scelta democratica, a meno che tu non stia militando fittamente tra le maglie di un partito, determinato a non farti sopraffare da chi comunque - in questi giorni sicuramente - è sopra di te e, nonostante tu non l'abbia  mai visto per un anno e mezzo, oggi ti manda sms molto simpatici assicurandoti che inseme si farà un gran lavoro. In tal caso dovrai sopraffare tu, perchè "questa è la politica bellezza!" (ma non è vero).

Vediamo a quale voto stiamo avvicinandoci, quindi, con la legge Calderoli/porcellum:
  • Abolizione dei collegi uninominali: vale a dire che in ciascun collegio le liste elettorali (partiti o coalizioni) presentavano ciascuna il nome di un solo candidato (da qui l'aggettivo uninominale) e veniva eletto il candidato associato alla lista che ottiene la maggioranza dei voti. Quindi, oggi, candidature multiple, per cui ogni candidato può essere capolista in diversi collegi e poi scegliere dove gli conviene di più collocarsi, e decidere dunque, dopo le elezioni, a chi lasciare il suo posto, senza che nessuno abbia eletto questi prescelti.
  • Liste bloccate: con l'attuale sistema, replicante quello in vigore per la quota proporzionale prevista dal precedente Mattarellum, l'elettore si limita a votare solo per delle liste di candidati, senza la possibilità, a differenza di quanto si verifica per le elezioni europee, regionali e comunali, d'indicare preferenze. L'elezione dei parlamentari dipende quindi completamente dalle scelte e dalle graduatorie stabilite dai partiti.
  • Premio di maggioranza: viene garantito un minimo di 340 seggi alla Camera dei deputati alla coalizione che ottiene la maggioranza relativa dei voti - e senza alcun bisogno di raggiungere un quorum neanche minimo, come quanto meno prevedeva la legge Acerbo che aprì la strada al fascismo nel 1926 o la legge truffa del 1953. Per il Senato, il premio di maggioranza è invece garantito su base regionale (^ Obbligo imposto dall'art.57 comma 1 della Costituzione italiana) in modo da assicurare alla coalizione vincente in una determinata regione almeno il 55% dei seggi ad essa assegnati.
  • Programma elettorale e capo della forza politica: la legge prevede l'obbligo, contestualmente alla presentazione dei simboli elettorali, per ciascuna forza politica di depositare il proprio programma e di indicare il proprio capo. che però, badate bene non è necessariamente il leader destinato a fare il Presidente del Consiglio, ma semplicemente il capo della lista. IN ITALIA infatti come è noto IL PREMIER NON ESISTE e nemmeno la sua elezione diretta.
  • Coalizioni: la legge prevede la possibilità di apparentamento reciproco fra più liste, raggruppate così in coalizioni. Il programma ed il capo della forza politica, in caso di coalizione, devono essere unici: in questo caso viene assunta la denominazione di Capo della coalizione. Egli tecnicamente non è candidato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, poiché spetta al Presidente della Repubblica la nomina a quell'incarico. Allora domandiamoci: "perchè sui simboli veniva consentito di pubblicizzare "Silvio - presidente"?
  • Soglie di sbarramento: per ottenere seggi alla Camera, ogni coalizione deve ottenere almeno il 10% dei voti nazionali; per quanto concerne le liste non collegate la soglia minima viene ridotta al 4%. La stessa soglia viene applicata alle liste collegate ad una coalizione che non ha superato lo sbarramento. Le liste collegate ad una coalizione che abbia superato la soglia prescritta, partecipano alla ripartizione dei seggi se superano il 2% dei voti, o se rappresentano la maggiore delle forze al di sotto di questa soglia all'interno della stessa (il cosiddetto miglior perdente). Al Senato le soglie di sbarramento (da superare a livello regionale) sono pari al 20% per le coalizioni, 3% per le liste coalizzate, 8% per le liste non coalizzate e per le liste che si sono presentate in coalizioni che non abbiano conseguito il 20%.
  • Minoranze linguistiche: le liste delle minoranze linguistiche riconosciute coalizzate o non, potranno comunque accedere al riparto dei seggi per la Camera dei Deputati ma devono ottenere almeno il 20% dei voti nella circoscrizione in cui concorrono. Per il Senato della Repubblica è stato previsto che 6 dei 7 seggi spettanti al Trentino-Alto Adige siano assegnati tramite collegi uninominali, mantenendo in quest'unica Regione il meccanismo previsto dal previgente Mattarellum.
 Quindi ci accingiamo a votare per:
- candidati decisi dai segretari dei partiti
- liste probabilmente appartenenti a partiti che non sono il nostro (io magari voto radicale e mi ritrovo con un capo del PD)
- partiti piccoli che magari per un decimo di percentuale non superano lo sbarramento (sapete quanto fa il 3,9% di 47milioni di elettori? 1.833.000 elettori che non avranno rappresentanza. Se per esempio fossero 5 i partiti che vogliono proporre un proprio programma e candidati senza dover subire quelli di un altro partito, sarebbero 9.165.000 italiani senza rappresentanza.)

Mettiamoci una croce, su.

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