giovedì 23 settembre 2010

Tra il dire e il fare.

Sono appena tornata da Londra.
Non è tutto rose e fiori neanche li, certamente, questo mi dico ogni volta a giustificare il mio ritorno. Ma il mio errore è stato, stavolta, di soggiornarvi per 5 giorni, a differenza delle mie solite toccate e fuga di 2/3 giorni. In 5 giorni non puoi mentirti, i dettagli del "buon vivere sociale" ti sconfiggono ogni illusione di poter riportare in patria le buone pratiche ed apportare migliorie alla nostra amata madrepatria.

Zero cartelloni per strada. La pubblicità, discreta e mai volgare, ti stupisce in luoghi appositi, comparendo in brevi tratti sugli autobus e negli spazi che le sono stati appositamente dedicati. Mai sui muri.

Muri candidi
. Le multe per quelli che in Italia (ma solo in Italia) vengono poeticamente chiamati writers e che in Inghilterra sono invece devastatori incivili, sono salatissime. L'accertamento sicuro, grazie a telecamere occulte posizionate a dieci metri di altezza.

Il verde regna ovunque. A partire dal panorama offerto allo sguardo dei passeggeri in aereo, dove le case sono pudicamente coperte da tonalità più o meno intense di verde, niente cemento, neanche si notano le strade. E a Londra si ha la medesima impressione. Addirittura esistono palazzi in cui mattonelle di torba e piante sostituiscono intere lastre creando angoli o gallerie interamente e naturalmente verdi.



Bike sharing ovunque.
Sponsorizzato da una banca, la Barclays, le postazioni sono moltissime, spesso in prossimità di stazioni della metro, ciascuna postazione è autonoma, compri la chiavetta nei negozi e la ricarichi direttamente sul luogo, con carta di credito. 15/20 biciclette in ogni parcheggio. Tutte nuove.

... la lista non è ancora finita, ma per ora smetto.

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