giovedì 13 gennaio 2011

La rete dei cittadini e la "giusta" direzione

Il mio impegno è impegnativo... Altrimenti che impegno sarebbe? 

Questo è il carburante che mi spinge - sotto gli occhi a volte scettici a volte ammirati dei miei amici - a cercare di essere presente ovunque io veda scintille di partecipazione democratica.
Questo è il motivo per cui ieri mi sono volentieri recata prima all'incontro per la "giusta direzione" voluto da Civati, poi all'incontro con gli animatori della Rete dei Cittadini.

Parole d'ordine: partecipare, sostenere il cambiamento, rendersi strumento dello stesso cambiamento.

Anche se un po' di delusione a me stessa non riesco a nasconderla, pur nel mio inaffondabile ottimismo, proverò a tracciare un breve resoconto dei miei personali pensieri di ieri:

1. la riunione di Civati presso il Caffè Letterario mi ha dato più l'impressione di essere in un salotto buono di Roma, dove tra militanti oltranzisti e giornalisti si faceva a gara a chi attirava l'attenzione dei "soliti noti", Serracchiani, Civati, Touadi; chi parlava dal palco non si accorgeva che nessuno ascoltava e le chiacchiere da bar ed il vociare disinvolto di coloro che invece, pensavo, avrebbero dovuto partecipare convintamente all'impresa di una nuova Italia, colorivano l'ambiente di un impegno poco impegnativo. Nè mi è bastata l'indignazione sincera e appassionata di un giovane attivista di periferia - l'unico forse che mi abbia entusiasmato per qualche minuto - nel marasma di inutile brucare polemico della serata. Delle primarie non si è parlato più di tanto, non se ne parla più neanche sull'organo non ufficiale del partito, l'Unità, dal cui sito è stato eliminato (a meno che io non sappia trovarlo) il link alla sottoscrizione. Mi consola il fatto che dal 15 gennaio partirà la sottoscrizione fisica, in tutta Italia (a Roma saranno a largo Argentina) per chiedere ai dirigenti dei partiti coinvolti che vengano effettuate le primarie sulla base dei programmi, se n'è incaricata la Rete delle donne per la rivoluzione gentile, trasversale, pragmatica, come sono le donne.

2. la riunione della Rete dei Cittadini è stato un contraltare irrinunciabile. Il movimento politico che ha costituito la vera novità alle ultime regionali nel Lazio, catturando 14mila voti dal nulla, sta cercando di mettere in pratica quel processo di partecipazione democratica che dovrebbe risvegliare gli italiani dormienti e far loro rendere conto che la responsabilità di ogni tipo di governo è di ciascuno di noi. Positivo il mio giudizio dell'incontro, pur se con qualche piccola pecca organizzativa, del tutto rimediabile. Il loro obiettivo, per cui si stanno riorganizzando internamente è includere, al grido di "uniti nelle diversità", tutti i movimenti, piccoli partiti, gruppi cittadini, associazioni civiche che condividano lo spirito anticasta e l'interesse per il bene comune.

Sopra a tutto permane la sensazione, sempre più ampiamente condivisa, che ci sia fermento in molti italiani, una voglia di partecipare attivamente che reca con se due rischi grandi ed una promessa.

Gli esempi della pressapocagine politica e gestionale dei nostri altissimi amministratori sta dando a qualunque cittadino dotato di buon senso l'arrogante illusione di saperne più di loro, mentre sappiamo bene che tra partecipazione politica e decisioni strategiche è tutto un mare di competenze, conoscenze, acquisizioni che spesso neanche una vita di studio riesce a dare. Il primo rischio è quindi quello della creazione di armate di Brancaleone che poi magari riescano ad arrivare comunque in qualche aula consiliare senza però riuscire ad apportare cambiamenti significativi, oppure trasformino la voglia di cambiamento in frustrazione, non sapendo come raggiungere alti obiettivi.
Il secondo rischio è che chi si impegna molto nel nome di una politica pulita, sia convinto che in tanti vogliano poi partecipare alle decisioni, mentre in realtà la massa critica degli elettori è tuttora ben lieta di delegare a qualcuno mediamente accettabile l'onere di decidere e prendere tutta la responsabilità delle scelte. Peraltro è anche facile accettare che l'uomo comune non si senta in grado di prendere decisioni riguardo tematiche di cui non si senta abbastanza competente da assumersi responsabilità.
Ed ora la promessa: il cambiamento è già. La sveglia è davvero partita e sempre più gente si attiva per non dover più delegare ad occhi chiusi sulla base di un volto o di promesse.

Il primo passo per risolvere un problema è quello di riconoscere di averlo: e noi siamo già oltre il primo passo. Adesso dobbiamo solo augurarci che la gamba sia abbastanza lunga.

1 commento:

Sergio Mazzanti ha detto...

Grazie mille Irene!
La prossima volta faremo un incontro più "personale", per creare maggiore dibattito con gli ospiti.
Se vuoi lascia qualche commento sul nostro sito: http://retedeicittadini.it/?p=6695