venerdì 7 gennaio 2011

Ho scritto a Ignazio Marino

Rispondendo all'invito che Ignazio Marino ha rivolto ai suoi contatti su face book: "Durante questa intervista [su La Stampa] il giornalista ha rimarcato la preoccupante diffusione di un pensiero: il fallimento del progetto politico del PD. Cosa ne pensate? La vostra opinione è importante in vista della direzione del 13 gennaio, dove vorrei segnalare quanto mi scrivete." 


Gli ho scritto:


Caro Ignazio,
ho partecipato con entusiasmo alle seconde primarie del PD, dopo 40 anni di astinenza da ogni tipo di attivismo politico, commentatrice alla finestra come tanti miei coetanei. Mi sono svegliata, un po' con le ramanzine alla coscienza regalate da Grillo, un po' con l'entusiasmo provato nel partecipare proprio alla costruzione del progetto PD, vedendo nelle primarie una nuova forma di partecipazione. Sono sicura che con un altro dei tre candidati a segretario, qualunque degli altri due, il PD oggi avrebbe una forma diversa, continuerebbe ad entusiasmare, a dare battaglia "senza se e senza ma".

Ma la paura e una certa forma di "reazionismo" dei militanti più datati ha prodotto questo sfascio, lasciando la sensazione che "i comunisti" si siano voluti riprendere il partito e che la minoranza, che di fatto ha vinto per poche tessere le primarie. non riesca realmente a rappresentare tutte le anime e l'entusiasmo per il cambiamento che sono nel PD.

Oggi sono felicemente accasata nel nuovo Partito d'Azione che sento realmente come la mia casa, forse perchè il programma che propone è davvero "rivoluzionario" e mettiamoci pure che è ispirato a uomini veramente grandi - ormai del tutto dimenticati - che hanno fatto la storia nel nostro Paese, e aggiungiamo pure che probabilmente, essendo un partito che non ha ancora avuto modo di scontrarsi con la realtà dei grandi propositi buttati a mare (dai piccoli individui che spesso siedono in Parlamento solo per tutelare interessi personali o di casta) non ha ancora fallito niente e quindi ha una fiducia "vergine" .

Ma la questione è: davvero siamo arrivati al punto che serve che nasca un Partito d'Azione (quello dei partigiani, per chi non lo sapesse o pensasse che è un partito di destra...) per tutelare la democrazia ed il rispetto dei diritti in Italia? Tanti militanti del PD che frequento e conosco sono affascinanti da questo nuovo piccolo partito, semplicemente perchè propone un modello di politica etica, rivolta al bene comune ed alla giustizia sociale, contrario ad ogni tipo di regime monocratico o oligarchico, progressista e rivoluzionario. Perchè non trovano tutto questo nel PD? Eppure era nato proprio con questi propositi. Non credo sia un caso che Veltroni spesso e volentieri indulga nell'uso di termini come "anticorpi contro la dittatura" o "azionismo" penso infatti che l'azionismo sia stato proprio uno dei punti di riferimento nel progetto iniziale del PD.

Continuo a seguire il progetto del PD, vivendolo tramite la rabbia, l'energia, le azioni - che condivido - dei miei amici iscritti e militanti e sostenendoli con forza perchè ritengo che ogni partito, per essere degno di sedere in Parlamento e rappresentare una parte degli italiani, DEBBA necessariamente avere una classe dirigente onesta, esemplare, disinteressata personalmente e con obiettivi rivolti al bene comune. Altrimenti il Parlamento sarà sempre un campo di battaglia per interessi particolareggiati, dove sia chi vince sia chi perde non rappresenta comunque tutti gli italiani.

Ti ringrazio di esserci e di essere sempre disponibile al confronto. Non dimenticherò mai che al tempo delle primarie tu sei stato l'unico che abbia risposto alla mia domanda su quale era la tua posizione riguardo 5 punti da risolvere nella politica nazionale, per me fondamentali.

Buon lavoro
Irene del Prato
segretario regionale Lazio
Nuovo Partito d'Azione

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