domenica 21 novembre 2010

L'Aquila chiama Italia, e l'Italia risponde!

La pioggia non ha fermato quella manciata di decine di migliaia di italiani (13 mila per la questura, ma a contare i "km di carne umana", quasi 30mila) che si sono incontrati ieri a L'Aquila, non solo per sostenere gli aquilani, ma anche per rivendicare il diritto di tutti gli italiani alla tutela delle città da parte dello Stato.

Siamo tutti aquilani, quando crollano beni artistici (Pompei ad esempio) che non potranno essere recuperati, quando esondano fiumi che già da anni dovevano essere messi in sicurezza, quando colate di fango fanno scempio di interi paesi costruiti nell'incoscienza dei pericolo di dissesti idrogeologici.

Non è un caso o una "sfortuna" l'accadere di tutte queste tragedie; non è colpa dei cambiamenti climatici; non è colpa della crisi economica. Le responsabilità siano chiare: la colpa è di chi da anni amministra la cosa pubblica, e in questi ultimi due anni in particolare lo fa senza alcun riguardo per l'ambiente (cui sono stati sottratti milioni e milioni di risorse economiche). La colpa è di chi seduto negli uffici accetta di chiudere uno o tutti edue gli occhi e consente a costruttori senza scrupoli di costruire - per esempio - palazzine di 6 piani proprio in zone a più alto rischio sismico.

Affermare che i soldi, per la tutela dell'ambiente italiano e la protezione dei suoi abitanti, non ci sono, è grave nella sua infondatezza. Grave quando poi è sotto gli occhi di tutti la destinazione delle risorse ad attività, magari meno urgenti per il bene pubblico, ma sicuramente più redditizie dal punto di vista dei numeri (e dei soldi) per qualcuno.

Ed è questo che fa "'l'esecutivo" di governo. O abbiamo dimenticato che la nostra costituzione prevede tre poteri distinti : Esecutivo nelle mani del Governo, Legislativo nelle mani di tutto il Parlamento e Giudiziario nelle mani della Magistratura? L'esecutivo che deve governare decide quali sono le priorità per il bene del Paese. Ed oggi, in cui crolla il nostro mondo, la priorità non è la nostra sicurezza. Non è costruire argini ai nostri fiumi, non è provvedere con scogliere ai danni delle mareggiate, ma soprattutto non è gestire l'enorme patrimonio di bellezza naturale che è l'Italia con criteri di urbanizzazione accettabili e sostenibili. Ne prendiamo atto.

Ieri la pioggia non ha fermato le carriole, perchè ditero le carriole c'è stata tutta la nazione. Ed io ero li, con orgoglio.

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