mercoledì 15 dicembre 2010

Io non mi fermo.

Sono andata in piazza ieri, con mia figlia quindicenne, per dichiarare la mia personale sfiducia ad un governo che ha affossato il debito pubblico e continua quotidianamente a raggiungere nuovi record negativi, che ha messo in mezzo alla strada oltre due milioni di lavoratori ormai ex, che ha previsto in tre anni di tagliare oltre 8 miliardi di fondi alla scuola pubblica per pagare i favori di amici e parenti e deputati con università private a carico.

Sono andata in piazza convinta di essere ad una manifestazione pacifica e mi sono trovata come un topo in gabbia, stratta su strade che non avevano vie di fuga, maledicendomi per aver permesso che mia figlia corresse dei pericoli. E la paura di manifestare o di dover subire dei disagi a causa delle manifestazioni è già deprivazione di diritti, è già fine di libertà di protesta, perchè ti costringe a rinunciare in partenza.

Tremonti qualche giorno fa proclamava la grandezza di questo governo che è riuscito a far passare "Una riforma fatta nella pace sociale, senza neanche un giorno di sciopero"" e se la grandezza di un governo si misurasse davvero con il silenzio del suo popolo, noi saremmo davvero sconfitti.

Credo che evitare di manifestare per paura, o cedere alla rassegnazione che ogni protesta "tanto non serve a niente" sia uno schiaffo a coloro che di proteste sono morti, quando anche solo organizzarsi era cosa vietata e gli assembramenti di più di tre persone in mezzo ad una piazza erano stati dichiarati fuori legge.
Chi sta al potere vuole un popolo pavido, rassegnato, immobile, speranzoso, fedele, plagiato.
Questo non sia il popolo italiano!

Io non mi fermo, al grido di "NON MOLLARE!" di coloro le cui orme voglio seguire.

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