giovedì 11 giugno 2009

Il ciclone Debora - commenti a caldo.

Che tristezza leggere oggi su Repubblica i commenti dei veterani del PD riguardo il ciclone “Debora”. Leggo che “tanti dirigenti locali sono infuriati non per il successo di Debora ma per il "modello Serracchiani", dove il criterio di selezione della nuova classe dirigente è solo "stare al posto giusto nel momento giusto", com'è capitato a lei all'assemblea dei circoli del 21 marzo dove pronunciò il suo ottimo discorso rimbalzato sui tanti blog democratici”.

Ma davvero si può pensare che chiunque, al posto di Debora, avrebbe avuto la medesima grinta, modo di fare, capacità di catturare l’attenzione? Ed ecco il paradosso: per salvaguardare i propri personali interessi individuali – di “fare carriera” all’interno del PD – si giunge a negare che il carisma personale abbia la sua buona parte di causa nell’ottenere il consenso.

Al PD – a tutti questi “dirigenti locali” – dico, da cittadina politicamente attiva e non schierata ideologicamente, di avere più umiltà, pensare di più al bene del Paese, anche quando transita per la voce di una 38enne di fegato, e non pensare troppo al gusto del potere di per se. In fondo la domanda è: quale è il vero motivo che vi spinge all’agone politico? Interessarvi, realmente, del bene del Paese. Oppure raggiungere ruoli e luoghi ed anse di potere per il solo gusto del potere?

D’altro canto riesco a comprendere la perplessità di chi fa notare che "anche il neo-onorevole Mario Pirillo ha battuto Berlusconi in Calabria come ha fatto Debora in Friuli. Eppure nessuno ne parla, nessuno lo candida a posti di rilievo nazionale. Potenza del sistema mediatico...", anche se non posso evitare di notare che ancora una volta non si riesce a comprendere, all’interno di questo grande calderone che è il PD, che la vera notizia non è stata che Debora ha superato in voti il Cavaliere, quanto il grande segnale da parte di un intero elettorato, di stanchezza per i soliti noti, adesione ai punti salienti del discorso di Debora che – ma non è potere mediatico, perdonate, solo condivisione pura – è girato a velocità supersonica presso i più disparati tipi di elettori, nell’ultimo refugium democratiae che è la rete internet.

Io vi dico: più “Serracchione” nel mondo. E meno invidie e piccole ritorsioni nel PD. Solo così salveremo la democrazia.

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