venerdì 13 marzo 2009

L'esempio estremo di Roma: i tagli governativi colpiscono alla cieca anzitutto la cultura

di Rosanna Pilolli

13-03-2009

S.O.S. cultura per i Municipi di Roma da quando la scure finanziaria di Alemanno vi si è abbattuta in modo massiccio. Le iniziative, gli eventi letterari, i festival cinematografici e musicali divenuti nel tempo classici e di grande aspettativa per i romani e non solo, sono decisamente in pericolo. Non è soltanto la fuga dalla "Notte Bianca" ma piuttosto l'ingresso in una inedita "Notte nera" di deficit culturale, un possibile salto all'indietro di anni. Un ritorno al grigiore della Roma dei lontani anni sessanta. Salta il Tavolo di promozione della cultura scientifica promosso con successo crescente dal quartiere di S.Lorenzo (Municipio III) che passa di colpo da un finanziamento trasferito di 51.400 euro alla modesta somma di 20.000 euro in ordine alla quale resta fortemente il dubbio anche sulla continuità delle attività scolastiche oltre-orario.
Il VI Municipio, ad esempio, perde non solo la possibilità di ripetere il festival della musica blues ma anche quella di commemorare adeguatamente la Festa della Liberazione del 25 aprile dal nazi-fascismo. I tagli di bilancio operati su questo Municipio, davvero pesantissimi, hanno ridotto il "budget" attribuito nello scorso anno da 120.000 euro addirittura a 20.000.
E' sgradevolmente difficile immaginare quali iniziative potranno "inventarsi" culturalmente il V e il X Municipio, rispettivamente per i territori Tiburtina e Cinecittà, se il primo passa da 166.500 euro ai miseri 20.000 e il secondo da 130.000 euro ai consueti ed insufficienti 20.000. Avanti ancora sulla strada dei tagli: riduzioni del 71% per il XIX Municipio (Balduina) e del 63% per il XX (Tor di Quinto. Una sorte analoga subisce l'EUR (XII Municipio) il cui budget culturale viene drasticamente ridotto dell'85%. Gli effetti delle penalizzazioni non sono di nicchia: hanno visibilità e si estendono a settori fino ad oggi considerati e sentiti di primaria importanza.
In un clima di allarme culturale sui territori della città, due situazioni limite: il XVII municipio (Aurelia) non subisce alcun taglio e mantiene i suoi 140.000 euro, mentre è particolarmente punitiva la situazione del XV Municipio (Arvalia Portuense) che subisce una decurtazione sulla spesa corrente di quasi un milione di euro. La cultura, poi, è la vittima privilegiata: il budget previsto, passa da 177.000 euro a zero.
E' davvero un errore permettere che regrediscano culturalmente, e non solo, i popolatissimi quartieri (Marconi, Magliana, Corviale, Trullo, Ponte Galeria) di questo Municipio esteso quanto la città di Barcellona. Da anni era stata avviata in tutto il territorio e condotta a termine la promozione socio-culturale, il riscatto di intere zone, concepite dai "palazzinari" del sacco di Roma come quartieri-dormitorio.
Inoltre, secondo le proteste espresse ad Alemanno dai Presidenti municipali interessati, l'operazione di bilancio voluta dal Comune non è stata attuata in modo strettamente armonico e in confronto dialettico e trasparente con il Campidoglio.
Gli effetti preoccupanti dei tagli di Alemanno invadono anche il campo dei servizi legati strettamente all'ordine cittadino ed alla sicurezza. Ad esempio, il XIII Municipio (Ostia Lido) perde ben 15 vigili urbani.
Ed è ridotta dell'80% l'assistenza alloggiativa dell'XI Municipio (Appia antica) che passa da 122.000 a 20.000.
I tagli operati dal nuovo governo del Campidoglio proseguono drammaticamente nel solco delle progressive decurtazioni finanziarie della città di Roma operate negli anni di centro destra, dal 2001 al 2006.
Infatti, progressivamente, i trasferimenti finanziari alla città sono scesi dagli iniziali 1.231 milioni di euro a 1.027 (non andava punita Roma ladrona e di centro sinistra?). Inoltre l'abolizione dell'ICI sulla prima casa, fiore (vittorioso) all'occhiello della campagna elettorale dei partiti della destra, ha causato una perdita di quasi 200 milioni di euro sulla rata di giugno ed altrettanti su quella di dicembre. Il vantaggio è stato dei cittadini di lusso e delle abitazioni di lusso: gli altri paghino pure in termini di disservizio.
Così l'idea di città multicentrica, portata avanti con successo dalle giunte di centro sinistra, subisce un contraccolpo concettuale oltre che economico.
Roma arretra e torna modesta: la capitale di un Paese difficile.
Diventa perciò più difficile descriverla come il luogo dei luoghi, la Grande, la Generosa, l'Accogliente, aperta a tutte le culture che vi si affacciano. Realmente solidale e multietnica senza ipocrisie di facciata o atteggiamenti caritatevoli.

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