Elezioni 2008: breve lista dei pregiudicati appena eletti in Parlamento
(fonte: http://ilkebukkake.giovani.it/diari/2661015/elezioni_2008_breve_lista_dei_pregiudicati_appena_eletti_in_parlamento.html)Cuffaro Salvatore, detto Totò, eletto al Senato in Sicilia per l'UDC: condannato in primo grado a 5 anni per favoreggiamento;
Romano Francesco Saverio, eletto alla Camera dei Deputati in Sicilia per l'UDC: indagato per concorso esterno in associazione mafiosa;
Mannino Calogero, eletto alla Camera dei Deputati in Sicilia per l'UDC: imputato davanti alla corte d'appello di Palermo per collusione con la mafia;
Firrarello Giuseppe, eletto al Senato in Sicilia per il PdL: condannato a 2 anni di reclusione per corruzione e turbativa d'asta, ora sotto inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa;
D'Alì Antonio, eletto al Senato in Sicilia per il PdL: ex datore di lavoro del superlatitante Matteo Messina Denaro e accusato di aver voluto il suo traferimento;
Giudice Gaspare, eletto alla Camera dei Deputati in Sicilia per il PdL: assolto in primo grado dalle accuse di mafia anche se è accertato l'appoggio datogli da Cosa Nostra nel 1996 e, probabilmente, anche nel 2001;
Schifani Renato, eletto al Senato in Sicilia per il PdL: a lungo socio negli anni '80 dei "siculabrokers";
Crisafulli Vladimiro, eletto al Senato in Sicilia per il PD: filmato il 19 Dicembre 2001 mentre discuteva, dopo averlo baciato sulla guancia, di appalti e favori con il boss di Enna, Raffaele Bevilacqua;
Maria Grazia fortugno Laganà, eletta alla Camera dei Deputati in Calabria per il PD: vedova di Francesco Fortugno, assassinato dai clan mafiosi, e sotto inchiesta per truffa ai danni dello Stato e infiltrazioni mafiose alla Asl di Locri;
De Gregorio Sergio, eletto al Senato in Campania per il PdL: indagato per riciclaggio dopo che sono stati scoperti suoi assegni in mano a Rocco Cafiero, un contrabbandiere considerato organico al clan Nuvoletta;
Landolfi Mario, eletto alla Camera dei Deputati in Campania per il PdL: ex ministro delle comunicazioni, è accusato di corruzione e truffa "con l'aggravante di aver commesso il fatto per agevolare il clan mafioso La Torre;
Mentre entra nelle aule parlamentari anche la moglie di Emilio Fede, rimangono fuori Rita Borsellino e l'ex presidente della Commissione Antimafia Francesco Forgione.
Romano Francesco Saverio, eletto alla Camera dei Deputati in Sicilia per l'UDC: indagato per concorso esterno in associazione mafiosa;
Mannino Calogero, eletto alla Camera dei Deputati in Sicilia per l'UDC: imputato davanti alla corte d'appello di Palermo per collusione con la mafia;
Firrarello Giuseppe, eletto al Senato in Sicilia per il PdL: condannato a 2 anni di reclusione per corruzione e turbativa d'asta, ora sotto inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa;
D'Alì Antonio, eletto al Senato in Sicilia per il PdL: ex datore di lavoro del superlatitante Matteo Messina Denaro e accusato di aver voluto il suo traferimento;
Giudice Gaspare, eletto alla Camera dei Deputati in Sicilia per il PdL: assolto in primo grado dalle accuse di mafia anche se è accertato l'appoggio datogli da Cosa Nostra nel 1996 e, probabilmente, anche nel 2001;
Schifani Renato, eletto al Senato in Sicilia per il PdL: a lungo socio negli anni '80 dei "siculabrokers";
Crisafulli Vladimiro, eletto al Senato in Sicilia per il PD: filmato il 19 Dicembre 2001 mentre discuteva, dopo averlo baciato sulla guancia, di appalti e favori con il boss di Enna, Raffaele Bevilacqua;
Maria Grazia fortugno Laganà, eletta alla Camera dei Deputati in Calabria per il PD: vedova di Francesco Fortugno, assassinato dai clan mafiosi, e sotto inchiesta per truffa ai danni dello Stato e infiltrazioni mafiose alla Asl di Locri;
De Gregorio Sergio, eletto al Senato in Campania per il PdL: indagato per riciclaggio dopo che sono stati scoperti suoi assegni in mano a Rocco Cafiero, un contrabbandiere considerato organico al clan Nuvoletta;
Landolfi Mario, eletto alla Camera dei Deputati in Campania per il PdL: ex ministro delle comunicazioni, è accusato di corruzione e truffa "con l'aggravante di aver commesso il fatto per agevolare il clan mafioso La Torre;
Mentre entra nelle aule parlamentari anche la moglie di Emilio Fede, rimangono fuori Rita Borsellino e l'ex presidente della Commissione Antimafia Francesco Forgione.
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