Tra le accuse corruzione e truffa
D'Alfonso è anche segretario regionale. Altri 35 indagati tra i quali Carlo Toto (AirOne)
MILANO — Per il Partito democratico è stata una giornata da cancellare. Non bastava il crollo (-16%) alle elezioni regionali in Abruzzo. Nella notte è arrivata anche un'altra pessima notizia: l'arresto (ai domiciliari) del sindaco di Pescara nonché segretario regionale del Pd, Luciano D'Alfonso. Le accuse: associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla concussione, truffa, falso e peculato. Con lui sono ai domiciliari per gli stessi reati anche il suo braccio destro e dirigente comunale Guido Dezio e l'imprenditore Massimo De Cesaris.
Ma le sorprese da Pescara non finiscono qui. Fra gli indagati (una decina) di questa nuova bufera giudiziaria (partita da un appalto per i servizi cimiteriali della città) ce n'è uno eccellente: Carlo Toto, il presidente di AirOne. Gli contestano il reato di corruzione e il corrotto, secondo la procura, sarebbe proprio il sindaco della città.
A inguaiare il patron della compagnia aerea sarebbe stata una delibera che alla fine non è nemmeno stata approvata e che riguardava l'appalto per la gestione di un'area antistante la stazione ferroviaria. Un tempo la stazione pescarese era 100-200 metri più a monte rispetto all'attuale posizione. Quando fu spostata rimase libera un'enorme superficie da utilizzare come parcheggio che Carlo Toto, costruttore oltre che presidente dell'AirOne, avrebbe dovuto gestire. Ma all'ultimo momento, secondo la ricostruzione del pubblico ministero Gennaro Varone, la delibera fu modificata (non si sa bene da chi) e l'area data in appalto a Toto con quella modifica sarebbe diventata «l'area di risulta e zone limitrofe ». Praticamente l'imprenditore avrebbe avuto la disponibilità di una zona centrale non prevista negli accordi originari. Il documento fu bocciato «con la fiera opposizione della stessa maggioranza » dicono in procura. Ma intanto al sindaco — scrive il pubblico ministero nella sua richiesta di ordinanza firmata da gip Luca De Ninis — sarebbero state pagate migliaia di cene elettorali, Carlo Toto gli avrebbe messo a disposizione un aereo per i movimenti suoi e dei suoi familiari ai quali avrebbe fatto avere anche biglietti gratis e la disponibilità di un'auto con autista. Insomma: uno scambio di favori che il procuratore capo Nicola Trifuoggi ha visto come accordi di una corruzione in corso.
Se non ci fosse stato il voto anticipato — necessario dopo l'arresto di Ottaviano Del Turco (l'estate scorsa) e la caduta della giunta — sarebbe stato proprio il sindaco D'Alfonso, grande rivale di Del Turco, il candidato pd alla guida della Regione. Ma le speranze di un futuro politico D'Alfonso le ha perdute da un pezzo se già settimana scorsa, dopo voci insistenti su un suo coinvolgimento in un'inchiesta, si era presentato in procura per spontanee dichiarazioni. Aveva con sé la lettera di dimissioni da tutti gli incarichi politici. L'avrebbe depositata oggi.
Giusi Fasano
16 dicembre 2008
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