Lodo Mondadori, confermata in Cassazione la condanna di Previti a un anno e mezzo
La vicenda Lodo-Mondadori. Tutto comincia il 21 giugno del 1990, con la pubblicazione del lodo arbitrale che avrebbe dovuto risolvere la lotta allora in corso per la conquista del gruppo Mondadori-L'espresso. A contenderselo erano l'ingegner Carlo de Benedetti, che ne era solo in parte azionista, e Silvio Berlusconi che nella corsa appoggiava la famiglia Formenton-Mondadori. Il lodo risultò favorevole a De Benedetti, che a quel punto avrebbe dovuto rilevare la maggioranza della Mondadori. Tuttavia i Formenton ricorsero in appello a Roma e il 24 gennaio 1991 ottennero l'annullamento del lodo. Relatore della sentenza era il giudice Metta, a cui era stato girato un pagamento proveniente da un conto estero della Fininvest e transitato su un conto di Previti. Come conseguenza di tale decisione, nell'aprile del 1991, dopo l'annullamento del lodo la Cir di De Benedetti fu costretta ad accettare un piano di spartizione del gruppo Mondadori corrispondendo a fininvest un conguaglio di 365 miliardi di lire. A Berlusconi andò la casa editrice, più i periodici e i libri, a De Benedetti andarono L'espresso, la Repubblica e Finegil.
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